Covid. Cartabellotta (Gimbe): Dati mortalità corretti, anzi sottostimati
“I dati relativi all’eccesso di mortalità rispetto alla media dei cinque anni precedenti sono perfettamente coincidenti con la mortalità Covid, addirittura mancherebbero decessi segnalati rispetto all’eccesso di mortalità. Poi, che alcune volte possano, per ragioni opportunistiche locali, verificarsi degli errori di codifica questo non si può escludere, ma che questo possa avere un impatto sul dato nazionale macro assolutamente no”. Ha risposto così il presidente della Fondazione GIMBE, Nino Cartabellotta, interpellato sul tema dalla Dire nel corso di una intervista video. Finalmente calano anche i decessi che fino ad oggi erano invece rimasti stabili. Perché c’è stata questa discordanza? Se ne sta discutendo molto, può aiutarci a fare un po’ di chiarezza? “Se andiamo a guardare il tasso di letalità in realtà, rispetto a quella che è stata l’altezza dell’ondata di Omicron- ha risposto Cartabellotta – non abbiamo avuto un numero di decessi straordinariamente elevato. Mi spiego meglio: l’ondata Omicron è stata caratterizzata da un numero di casi che non avevamo mai avuto in nessuna delle ondate, proprio per la sua elevatissima contagiosità. Poi ci sono due aspetti da considerare: il primo è quello che si chiama in termini tecnici il ‘lag-time’, cioè un ritardo temporale, quindi noi vediamo scendere per ultima la curva dei decessi perché riflette i contagi che sono avvenuti nelle tre/quattro settimane precedenti; il secondo è che il dato che viene commentato come ‘eccesso di mortalità’ in Italia, in realtà, va considerato in modo diverso, cioè se andiamo a guardare il confronto del periodo attuale con la media dei cinque anni precedenti addirittura i morti Covid sarebbero quasi sottostimati rispetto all’eccesso di mortalità. Tutte quelle chiacchiere che si sono fatte rispetto a questi aspetti non hanno alcuna base”. La domanda che qualcuno pone, però è: ‘Allora perché in Italia si muore di più che in altri Paesi?’ “Credo ci sia un problema demografico al quale non diamo una sufficiente risonanza nella comunicazione pubblica- ha risposto Cartabellotta- in Italia noi viviamo molto, siamo uno dei Paesi con aspettativa di vita alla nascita più alta, però invecchiamo male. Gli over 65 in Italia hanno aspettative di vita in buona salute tra le più basse dei paesi OCSE. Quindi è evidente che quando un virus incontra una persona ultra 65enne, con due o tre patologie, inevitabilmente questo aumenta il tasso di mortalità”.
1 Commento
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Facciamo commentare i dati da una fondazione sovvenzionata da aziende farmaceutiche, mah .
Il bello è che ci crediamo pure