Site icon Salernonotizie.it

Vincenza Castria da Montescaglioso (di Enzo Capuano)

Stampa
Il dormiveglia mi conduce in angoli della memoria più o meno reconditi dove ritrovo tessere del mio passato che provo a ricollocare nel posto giusto.

Le prime luci del nuovo giorno filtrano tra le stecche della persiana, mi riportano il ricordo di quella sera in cui, mentre stavo per andare a letto, trovai un messaggio su WhatsApp: “Buona sera, sono Francesco Candido, figlio di Ciro, da lei citato nel suo ultimo libro, “Zero non esiste. Ritorno in Val d’Agri”. Mi farebbe piacere contattarla per parlare del libro. Cordialmente Francesco Candido”

Effettivamente in “Zero non esiste” avevo accennato dell’importanza che ebbero uomini come Ciro Candido, Mingo Giannace, Rocco Scotellaro nelle lotte contadine degli anni del dopoguerra, in Basilicata.

La mattina successiva, per telefono, parlammo a lungo. Francesco mi raccontò del ruolo che la sua famiglia ebbe nelle lotte contadine degli anni 40 e 50, di suo padre, di sua mamma Vincenza Castria e di suo fratello Giuseppe Novello; io gli raccontai degli interventi di bonifica che trasformarono l’alta Val d’Agri negli anni cinquanta. Francesco concluse la telefonata dicendomi che mi avrebbe fatto avere il libro scritto dai suoi genitori.

Capii di essere stato coinvolto, da spettatore privilegiato, a ricordare una storia importante del materano che, in qualche modo, si incastrava con la storia vissuta da mio padre lungo l’Agri.

Andai alla ricerca di scritti che parlassero di quel periodo e di quegli uomini.

I fatti si svolsero a Montescaglioso. Due giovani, Giuseppe Novello e Vincenza Castria erano felicemente sposati ed avevano un bimbo di tre anni, Filippo. Una famiglia come tante che respirava l’aria di un sud dimenticato, lontano da Roma, che tirava avanti tra mille difficoltà, con ritmi lenti. Ma Giuseppe e Vincenza erano tra coloro che intravedevano possibilità nuove ed erano convinti che il riscatto poteva avvenire solo attraverso l’impegno personale.

Non si poteva continuare a vivere ai margini della storia e continuare ad aspettare che le cose cambiassero per volere divino. Il loro lavoro, a fianco a molti altri contadini e braccianti, si concretizzava in proteste, occupazioni delle terre, riunioni, proposte per contribuire alla indispensabile riforma agraria che potesse mettere fine al grande latifondo. Ma, come sempre, le cose che cambiano tutto avvengono all’improvviso.

In una notte come tante, era il 14 dicembre 1949, durante una discussione animata tra braccianti e carabinieri, Giuseppe fu ferito mortalmente e spirò qualche giorno dopo, tra le braccia della moglie, nell’ospedale di Matera.

Da quel momento Vincenza Castria (recentemente le è stata dedicata una strada a Matera) profuse tutte le sue forze in battaglie che potessero dare un nuovo volto al Sud, battaglie che in seguito condivise con il secondo Marito Ciro Candido, a sua volta, da sempre, impegnato nelle lotte per una distribuzione più equa delle terre, convinto assertore che non dovessero più subire la storia in modo passivo, ma che ognuno di loro dovesse contribuire a tracciare il futuro. Nessun uomo è zero, ognuno di noi da un contributo importante per la trasformazione delle cose.

Non capii perché proprio quella mattina mi vennero incontro quei ricordi, né perché si mescolarono con immagini di lavoro. Nel dormiveglia le cose si sovrappongono e i frammenti di vita vissuta si confondono con i programmi. Passai dalle poche possibilità che avevano i contadini meridionali di metà novecento alle grandi opportunità che abbiamo noi oggi.

Mi soffermai, come spesso mi accade, sui programmi di promozione della salute ai quali stavo lavorando. Mi ritornò alla mente uno studio letto la sera precedente che sottolineava l’importanza di individuare i pazienti nei quali è opportuno ridurre la colesterolemia-LDL (colesterolo cattivo).

Lo studio pubblicato su Circulation (Bolli A., et al.) confermava che quando si hanno valori di colesterolo-LDL moderatamente elevati è fondamentale capire se ci sono altri fattori che predispongono alla patologia aterosclerotica, compreso il fattore genetico. Soggetti con valori di colesterolo LDL non molto elevato (tra 130 e 160 mg/dl) con un rischio genetico elevato, hanno la stessa probabilità di malattia di chi ha un’ipercolesterolemia importante (LDL-C 190mg/dl). Il messaggio è quindi, ancora una volta, di fare una valutazione globale del proprio rischio il prima possibile e intervenire quando necessario, con tutte le armi a disposizione.

Ritornato con la mente a Vincenza Castria e Ciro Mauro, dei quali lessi il libro tutto d’un fiato, mi ricordai delle ricerche fatte su Montescaglio che, tra l’altro, annovera monumenti di particolare interesse (e mi promisi di andare il prima possibile in quel paesino lucano a visitare i suoi monumenti l’Abbazia Benedettina da sola merita il viaggio) e ripercorrere i luoghi di quella storia e soprattutto di andare a cercare, in via Balconi Sottani, quella che fu la casa di Vincenza.

Infine, mi vennero in mente i versi di Rocco Scotellaro che aveva dedicato alla tragedia di Montescaglioso.

… E’ caduto Novello sulla strada all’ alba, / a quel punto si domina la campagna, / a quell’ ora si è padroni del tempo che viene, / il mondo è vicino da Chicago a qui / sulla montagna scagliosa che pare una prua, / una vecchia prua emersa / che ha lungamente sfaldato le onde. / Cammina il paese tra le nubi, cammina / sulla strada dove un uomo si è piantato al timone, / all’alba quando rimonta sui rami / la foglia perenne in primavera.

di Enzo Capuano

Exit mobile version