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Via libera all’anticorpo monoclonale Evusheld per i pazienti fragili. Di cosa si tratta

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Le persone fragili potranno presto contare su un aiuto in più per proteggersi dal coronavirus. Si tratta di Evusheld, un’associazione di due anticorpi monoclonali (tixagevimab e cilgavimab), sviluppata da AstraZeneca AB per la prevenzione di Covid-19 negli adulti

Il ministero della Salute ha approvato la distribuzione del farmaco Evusheld con un apposito decreto dello scorso 20 gennaio. Nel provvedimento si leggeva che questa sarebbe stata affidata al Commissario straordinario e che spettava all’Agenzia italiana del farmaco definire modalità e condizioni d’impiego di questo medicinale in coerenza con la scheda informativa del prodotto

Ulteriori dettagli su Evusheld erano stati forniti con la circolare del 10 febbraio sulla Gestione domiciliare dei pazienti con infezione da SARS-CoV-2. Nel documento si leggeva: “Si segnala che è stata recentemente resa disponibile l’associazione tixagevimab-cilgavimab (Evusheld), che mantiene una parziale attività nei confronti della variante Omicron, per la profilassi pre-esposizione del Covid-19, in presenza di sierologia negativa, in soggetti con grave stato di compromissione del sistema immunitario”. Il testo riportava poi una lista di condizioni

Nelle ultime ore AstraZeneca ha confermato il via libera di questo trattamento da parte dell’Aifa per le persone ad alto rischio, aggiungendo che l’Italia ha richiesto una quantità iniziale di questa combinazione pari a 20.000 dosi

Il funzionamento di Evusheld è stato spiegato, tra gli altri, da Giovanni Di Perri, direttore della Scuola di specializzazione in Malattie infettive dell’Università di Torino: “Un anticorpo monoclonale è un tipo di proteina progettata per riconoscere e legarsi a una struttura specifica, chiamata antigene. Tixagevimab e cilgavimab sono stati sviluppati per legarsi a due siti distinti sulla proteina Spike di Sars-CoV-2”

E ancora: “La combinazione impedisce al virus di entrare nelle cellule del corpo e di causare l’infezione. Poiché i due anticorpi si attaccano a parti diverse della proteina, il loro utilizzo in associazione può essere più efficace

Secondo i risultati di fase 3, il mix ha mostrato una riduzione statisticamente significativa, pari all’83%, del rischio di sviluppare la malattia in forma sintomatica, con una protezione che continua per almeno 6 mesi dopo una sola dose

“I dati di fase 3 disponibili dimostrano inoltre una protezione a lungo termine nella popolazione ad alto rischio di contrarre il Covid, anche con una sola dose. Recenti evidenze indicano che proteggere le persone vulnerabili aiuta a prevenire l’evoluzione virale, che rappresenta un fattore importante nella comparsa delle varianti”, ha aggiunto Di Perri

Secondo Raffaella Fede, direttore medico di Astrazeneca Italia, “la combinazione di tixagevimab e cilgavimab rappresenta una protezione supplementare che si aggiunge dunque a quella dei vaccini per proteggere le persone più fragili”

“I due anticorpi derivati da cellule B donate da pazienti convalescenti dopo il Sars-CoV-2 – ha aggiunto l’esperta – sono stati individuati dagli esperti del Vanderbilt University Medical Center, negli Stati Uniti. La combinazione è stata ottimizzata utilizzando una tecnologia di AstraZeneca di estensione dell’emivita, che ne ha triplicato la durata d’azione rispetto ai monoclonali convenzionali”

 

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