La sottovariante, indicano gli studi, avrebbe alcune caratteristiche che la accomunano a ceppi come Delta, più aggressivi sull’organismo umano rispetto a Omicron. Riuscirebbe inoltre a evadere la protezione immunitaria fornita dai vaccini più facilmente di Omicron, oltre a essere anche più resistente ad alcune terapie contro il Covid a base di anticorpi monoclonali
I risultati delle ricerche giapponesi sono stati pubblicati sulla rivista medica bioRxv. Sono ancora da sottoporre a processi di peer-review, procedura con cui team di scienziati analizzano i dati raccolti da altri colleghi per verificarne la validità e la correttezza
Ma chi se ne frega.