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Viaggi in Europa: via le restrizioni per i vaccinati e i guariti. Ecco cosa cambia

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Dal Consiglio europeo arrivano nuove raccomandazioni sui viaggi verso i paesi membri della Ue, che scatteranno a partire dal 1° marzo 2022. “Gli Stati – si legge – dovrebbero autorizzare i viaggi non essenziali delle persone vaccinate con un vaccino approvato dall’UE o dall’OMS, delle persone guarite e di tutte le persone che viaggiano da un Paese che figura nell’elenco dell’Ue. Per alcuni di questi viaggiatori potrebbero essere applicate misure supplementari, come i test PCR prima del viaggio”.

Le modifiche introdotte rispondono all’evoluzione della pandemia, alla crescente copertura vaccinale e alla somministrazione di dosi di richiamo. Nonché al riconoscimento di un numero crescente di certificati rilasciati da paesi terzi come equivalenti al Green Pass europeo. Ma, ricorda il Consiglio, la raccomandazione non è uno strumento giuridicamente vincolante: le autorità degli Stati membri rimangono responsabili dell’attuazione del contenuto della raccomandazione.

Le persone vaccinate e guarite

Secondo la raccomandazione gli Stati membri dovrebbero revocare la restrizione temporanea dei viaggi non essenziali verso l’UE per le persone vaccinate con un vaccino approvato dall’Ue o dall’Oms, a condizione che abbiano ricevuto l’ultima dose del ciclo di vaccinazione primario almeno 14 giorni e non più di 270 giorni prima dell’arrivo o abbiano ricevuto una dose di richiamo.

Gli Stati membri dovrebbero inoltre revocare la restrizione temporanea dei viaggi non essenziali per le persone che sono guarite dalla Covid-19 nei 180 giorni precedenti il viaggio verso l’Unione europea.

Per le persone vaccinate con un vaccino approvato dall’Oms, potrebbe essere richiesto un test molecolare (Pcr) negativo effettuato non più di 72 ore prima della partenza e potrebbero applicare misure supplementari come la quarantena o l’isolamento. Un test Pcr negativo prima della partenza potrebbe essere richiesto anche per le persone guarite dalla Covid-19, nonché per le persone che sono state vaccinate con un vaccino approvato dall’Ue ma che non sono in possesso di un Green Pass europeo o di un certificato equivalente.

I minori

I minori tra 6 e 18 anni che soddisfano i requisiti stabiliti per gli adulti (vaccinazione o guarigione) dovrebbero essere autorizzati a viaggiare. Chi non è vaccinato né guarito dalla Covid dovrebbe poter viaggiare con un molecolare negativo effettuato non più di 72 ore prima della partenza. Gli Stati membri potrebbero richiedere ulteriori test dopo l’arrivo, nonché la quarantena o l’isolamento. Niente test né altre restrizioni per gli under 6.

Verso la cancellazione degli elenchi di Paesi

Cambiano pure i parametri per entrare nell’elenco dei Paesi terzi per cui revocare le restrizioni per tutti i viaggiatori: in base alle nuove norme il numero di casi di Covid-19 per 100 mila abitanti negli ultimi 14 giorni è aumentato da 75 a 100. Anche il tasso settimanale di test effettuati per 100 mila abitanti è aumentato da 300 a 600 test.

Continuano ad applicarsi altri criteri esistenti, tra cui una tendenza stabile o decrescente di nuovi casi, un tasso di positività del 4 % tra tutti i test effettuati, progressi nella vaccinazione, la presenza di varianti di interesse o che destano preoccupazione e la risposta globale alla COVID-19 nel paese. Si dovrebbe continuare a tenere conto, caso per caso, della reciprocità.

Ma secondo il Consiglio europeo è opportuno iniziare a prendere in considerazione il passaggio a un approccio basato esclusivamente sulla persona e andare verso la cancellazione dell’elenco dei Paesi. Per questo, al fine di dare ai paesi terzi il tempo di aumentare i loro tassi di vaccinazione, Il Consiglio suggerisce che la raccomandazione dovrebbe essere riesaminata dalla Commissione entro il 30 aprile 2022.

Per la guarigione valido anche test antigenico

Altra novità: da oggi nell’Ue è possibile emettere certificati di guarigione Covid anche sulla base di un risultato al test dell’antigene rapido. Così come già avviene in Italia. In precedenza, era possibile emettere un certificato di reintegrazione solo a seguito di un risultato di un test molecolare. Al fine di garantire l’accuratezza e l’affidabilità del certificato, il test rapido dell’antigene utilizzato deve essere incluso nell’elenco comune dell’Ue dei test rapidi di rilevamento dell’antigene per Covid-19 ed essere eseguito da operatori sanitari o da personale qualificato. Gli Stati membri possono rilasciare questi certificati retroattivamente, sulla base di test effettuati a partire dal 1 ottobre 2021. Ma, appunto, in Italia è già così.

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