Le parole del Presidente della Federazione Benzinai, Giovanni Sperduto, non lasciano molto spazio all’immaginazione – scrive Stefania Guerra su Informazione Oggi: “Molte attività sono allo stremo. I benzinai non riescono più nemmeno a fare scaricare il carburante che, quando arriva al gestore, ha sempre un prezzo più alto rispetto al giorno precedente.
E soprattutto non riescono a continuare a far fronte a questi rialzi. A ciò vanno aggiunti i costi dell’energia elettrica: le compagnie e i retisti scaricano sui gestori i maggiori costi e i benzinai, in base agli striminziti incassi che registrano, non ce la fanno più sostenere le spese energetiche e tenere illuminati gli impianti tutta la notte“. E conclude con un’amara constatazione: “Senza interventi d’emergenza saremo costretti alla chiusura degli impianti per mancanza di liquidità“.
Stiamo assistendo impotenti ad una escalation senza precedenti di rincari a 360 gradi che rischiano di portare al default totale. Non solo i cittadini, da sempre tristemente vessati come ultimo tassello nella scala dei consumi. Adesso anche le aziende “tremano”. Un’altra testimonianza ci arriva da Diego Andreis, vicepresidente di Federmeccanica, che racconta senza indugio durante un’intervista: “Quello che ora sta accadendo non potrà che amplificare criticità che già apparivano fuori controllo.” Le dinamiche che si stanno susseguendo, e anche piuttosto velocemente, rischiano di far fallire molte imprese.
A tutto ciò si aggiunge il rincaro delle materie prime alimentari, come ultimo anello di una catena che sta strangolando tutti i paesi europei. Guardando la situazione da un punto di vista più ampio, la benzina a 2 Euro sembra quasi “il minore dei mali”. Già, perché in queste considerazioni manca il lato più terribile della guerra, ovvero il sacrificio umano che è in atto. Ma intanto i prezzi schizzano al rialzo, si svuotano gli scaffali del Supermercato, le persone hanno paura e chissà quando potremo riprenderci da questi anni, difficili come non mai.