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Salerno: la marcia delle associazioni contro violenza di genere nel giorno in cui si celebra la donna

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Tutti uniti contro la violenza di genere. Martedì 8 Marzo alle 15.30 da Piazza Ferrovia partirà un corteo che arriverà fino a Piazza Portanova dove si osserverà un minuto di silenzio per le vittime di violenza e contro la guerra . Due anni di pandemia hanno colpito duramente le condizioni di vita e di lavoro di tutti, ma soprattutto delle donne che, spesso, sono rimaste in balia dei propri aguzzini all’interno del proprio ambiente familiare. Per questo alcune associazioni del territorio sentono il bisogno di manifestare affinché vengano messi in atto interventi efficaci di prevenzione e protezione.

“Il femminicidio di Anna Borsa ha sconvolto l’intera comunità ” – spiega Michela Massucci responsabile del Centro Antiviolenza Leucosia.” È importante essere uniti ed avere un unico obiettivo, quello di contrastare la violenza, prendere posizione e andare in un’unica direzione: la tutela, la protezione e il sostegno delle vittime. Oltre alle istituzioni, ogni singolo cittadino deve sentirsi protagonista e responsabile di questo sistema ed attivarsi non solo per manifestare il proprio dissenso ma per dare un aiuto concreto a chi ne ha bisogno”. Tante le associazioni ed i centri antiviolenza uniti in questa marcia collettiva:

Cobas Salerno

Centro Antiviolenza Leucosia – Salerno

Potere al Popolo Salerno e provincia

Collettivo Lisistrata-Circolo Arci Marea APS

Differenza Donna APS Ong

Comitato Territoriale Salerno Mia

Coordinamento Solidarietà e Cooperazione Salerno

USB Salerno e provincia

Legambiente Salerno “Orizzonti”

Uds Salerno

Rete dei Giovani per Salerno

Salerno in Comune

Comitato Centro Storico Alto

Centro Antiviolenza Aretusa

Ballando per le strade.

Il terribile femminicidio di Anna Borsa ha scosso la coscienza collettiva. Non si può restare indifferenti di fronte a tali barbarie. È importante uscire dal silenzio, fare sentire la propria voce ma soprattutto educare le nuove generazioni al rispetto dell’altro ed all’accettazione di un rifiuto. Bisogna partire dalle radici, in quanto ogni atto di violenza è un fallimento innanzitutto culturale. Ognuno può fare la sua parte perché, come recita il testo di una nota canzone italiana degli anni 80′ “Si può dare di più senza essere eroi“.

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