Il diesel oggi costa più della benzina. Il prezzo dei carburanti sale e il gasolio schizza alle stelle. L’annuncio dell’embargo da parte di Stati Uniti e Regno Unito sui prodotti energetici provenienti dalla Russia ha spinto ulteriormente le quotazioni dei mercati petroliferi: Brent di nuovo a 130 dollari, quotazioni del gasolio fuori controllo, con un balzo pari a dieci centesimi al litro.
Gasolio che in molti punti vendita costa più della benzina anche alla pompa, nonostante l’accisa più bassa (0,728 euro/litro la benzina, 0,617 il gasolio). Stando alla consueta rilevazione di Staffetta Quotidiana, questa mattina Eni ha aumentato di 14 (quattordici) centesimi al litro i prezzi della benzina e di 24 (ventiquattro) centesimi al litro quelli del gasolio. Per IP +15 cent/litro sulla benzina e +17 sul gasolio. Per Q8 +9 e +16 e Tamoil +7 e +13.
Queste sono le medie dei prezzi praticati comunicati dai gestori all’Osservatorio prezzi del ministero dello Sviluppo economico ed elaborati dalla Staffetta, rilevati alle 8 di ieri mattina su circa 15mila impianti: benzina self service a 2,042 euro/litro (+39 millesimi, compagnie 2,057, pompe bianche 2,006), diesel a 1,960 euro/litro (+55, compagnie 1,965, pompe bianche 1,948).
Benzina servito a 2,146 euro/litro (+30, compagnie 2,195, pompe bianche 2,052), diesel a 2,067 euro/litro (+43, compagnie 2,106, pompe bianche 1,990). Gpl servito a 0,865 euro/litro (+3, compagnie 0,873, pompe bianche 0,856), metano servito a 2,024 euro/kg (+64, compagnie 2,011, pompe bianche 2,034), Gnl 2,136 euro/kg (+7, compagnie 2,141 euro/kg, pompe bianche 2,132 euro/kg).
Caro carburante, Unatras: ‘Il 19 protesta tir in tutta Italia’
Contro il caro carburante e per “i mancati segnali del governo” l’Unatras annuncia per il 19 marzo manifestazioni degli autotrasportatori “in tutta Italia”. “La situazione è diventata drammatica – afferma l’Unione delle associazioni dell’ autotrasporto e “continuando a tergiversare, il Governo si assume il rischio che nascano nuovamente iniziative spontanee di protesta, nonché la responsabilità di lasciare committenze senza rifornimenti”. “Le manifestazioni del 19 marzo rappresentano il primo passo di una vertenza che, se malauguratamente restasse senza risposte, potrebbe sfociare in ulteriori e più incisive iniziative”.
Caro gasolio, pescherecci fermi. La protesta si sposta a Roma
Lo sciopero del settore della pesca dovuto all’eccessiva quotazione dei prezzi del gasolio, confluisce questa mattina in una manifestazione di protesta a Roma. Quasi tutte le marinerie d’Italia si sono date appuntamento davanti al ministero dell’Agricoltura per attrarre l’attenzione anche su tutte le restanti problematiche del settore della pesca, aggravatesi dall’impennata dei costi del carburante, che riguardano soprattutto il reintegro di alcuni sgravi contributivi riguardanti il costo dei marinai, l’eliminazione della penale per i licenziamenti che serve per finanziare l’indennità di disoccupazione e la revisione dell’organizzazione dei periodi di fermo pesca, soprattutto quelli aggiuntivi inseriti lo scorso ottobre con un decreto ministeriale, in adeguamento alle disposizioni della comunità europea che ha integrato il fermo biologico annuale con altre giornate da fare nel corso della stagione di pesca, in ordine sparso senza date
Lo sciopero che è stato dichiarato dovrebbe durare sicuramente fino a domenica prossima, poi, secondo quello che si apprende dai pescatori stessi, la continuazione dovrebbe essere facoltativa. E su questo non è da escludere che dopo l’incontro e l’evento di questa mattina si possa avere qualche ripensamento e le barche possano tornare tutte in mare la prossima settimana. Del resto al Monte Argentario c’era già stata molta indecisione sul fatto di non uscire in mare perché, stante la crisi di guerra in Ucraina, sembrava difficile che la questione del caro gasolio fosse affrontata solo per una categoria economica dal Governo.
Commenta