Covid in Italia. Gimbe, dopo 5 settimane risale curva, in 7 giorni +1,5%

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Scende sotto il milione il numero di persone attualmente positive al Covid in Italia: sono esattamente 971.155 (-30.767 nelle ultime 24 ore): un dato simile non si registrava dall’inizio dell’anno. E’ quanto emerge dal bollettino del ministero della Salute.

Sono 13.214.498 gli italiani contagiati dal Covid dall’inizio della pandemia mentre i morti totali salgono a 156.493.

I dimessi e i guariti sono 12.086.850, con un incremento di 85.787 rispetto a ieri.

Sono 54.230 i nuovi contagi da Covid nelle ultime 24 ore, secondo i dati del ministero della Salute. Ieri erano stati 48.483. Le vittime sono invece 136 (ieri erano state 156).

Sono 453.34 i tamponi molecolari e antigenici per il coronavirus effettuati nelle ultime 24 ore, secondo i dati del ministero della Salute. Ieri erano stati 433.961. Il tasso di positività è al 12%, in lieve aumento rispetto all’11,7% di ieri. Sono invece 546 i pazienti ricoverati in terapia intensiva, 17 in meno rispetto a ieri nel saldo tra entrate e uscite. Gli ingressi giornalieri sono 48. I ricoverati nei reparti ordinari sono 8.414, ovvero 161 in meno rispetto a ieri.

Dopo 5 settimane si inverte la curva dei contagi Covid: +1,5% in 7 giorni. A fronte di questo cambio di marcia calano i ricoveri in area medica (-16,1%) e in terapia intensiva (-16,4%); giù anche i decessi (-19,3%). Questi i dati principali del monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe relativo alla settimana 2-8 marzo. In particolare – dice Gimbe – c’è stato un aumento dei nuovi casi (+4.179) nonostante un calo dei tamponi (-8,8%). Diminuiscono ancora i decessi: 1.201 negli ultimi 7 giorni (95 di periodi precedenti), 172 al giorno contro i 213 della settimana precedente. In rianimazione -116 e in reparto -1.680 ricoveri.

Dopo cinque settimane, spiega il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta “si arresta la discesa dei nuovi casi settimanali, nonostante un calo del numero dei tamponi dell’8,8% rispetto alla settimana precedente. I nuovi casi si attestano intorno a 279 mila, con un incremento dell’1,5% e una media mobile a 7 giorni che sale da 39.339 casi del 1/o marzo a 39.936 l’8 marzo (+5,8%)”. In termini assoluti, i nuovi casi nel periodo considerato sono 279.555 contro 275.376 della settimana precedente.

Gli attualmente positivi sono 1.011.521, le persone in isolamento domiciliare 1.002.153 (contro 1.062.066 precedenti), i ricoveri con sintomi (8.776 contri 10.456) e le terapie intensive (592 contro 708).

Il numero dei tamponi totali scende ulteriormente da 2.885.324 della settimana 23 febbraio 2022-1 marzo 2022 a 2.632.634 della settimana 2-8 marzo 2022 (-8,8%). In particolare i tamponi rapidi si sono ridotti dell’8,1% (-174.500) e quelli molecolari del 10,7% (-78.190). La media mobile a 7 giorni del tasso di positività dei tamponi molecolari sale dal 9,2% al 9,5%, mentre per gli antigenici rapidi dal 9,7% al 11,2%.
“È pura follia pensare di abbandonare l’utilizzo delle mascherine al chiuso, indipendentemente dalla scadenza dello stato di emergenza”. Lo afferma il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, commentando il nuovo rapporto indipendente settimanale sull’andamento del Covid in Italia e sottolineando che “la circolazione del virus è ancora molto elevata: quasi 40 mila nuovi casi al giorno, oltre 1 milione di positivi e un tasso di positività dei tamponi all’11,4%”. Serviranno 7-10 giorni, dice, “per capire se la risalita della curva dei nuovi casi è un semplice rimbalzo o l’inizio di una nuova ondata”. “Il recente incremento dei nuovi casi consegue verosimilmente all’interazione di vari fattori: rilassamento della popolazione, diffusione della più contagiosa variante Omicron BA.2, persistenza di basse temperature che costringono ad attività al chiuso, verosimile calo della protezione vaccinale nei confronti dell’infezione dopo qualche mese dalla dose booster”, riferisce Cartabellotta che sul fronte delle vaccinazioni, considerato che un’ampia fetta della popolazione è suscettibile al contagio “rimane prioritaria la somministrazione del ciclo primario a 4,67 milioni di persone e del booster a 2,8 milioni, in particolare agli over 50 a rischio elevato di malattia grave”.
(ANSA).

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