La foto scattata nella giornata di oggi e postata sui social testimonia la situazione in uno dei tanti punti vendita della città di Salerno dove si è fatta razzia di pasta e non solo.
Da alcuni giorni si è scatenata una ingiustificata corsa agli acquisti. La gente teme di non trovare più alcuni alimenti come pasta e farina. Gli scaffali si stanno svuotando, non tanto a causa della guerra ma per paura dei continui aumenti di alcuni prodotti.
“Abbiamo una forza produttiva che ci fa dire che problemi ai supermercati non ci saranno, dobbiamo dare un messaggio di speranza e tranquillità ai cittadini perché in questo momento non ci sono motivi per fare l’assalto agli scaffali dei supermercati”.
Lo ha detto il ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli intervistato da Maria Latella a ‘Il caffè della domenica’ su Radio 24.
“Effettivamente ci sono materie prime che approvvigioniamo da alcuni paesi che sono in conflitto o molto vicini al conflitto, che hanno fatto scelte commerciali discutibili come l’Ungheria”.
Dichiarazioni palesemente fuori dalla realtà quelle della politica politicante, i motivi ci sono eccome tra gente premurosa che, visto il progressivo peggiorare del conflitto, fa le scorte per evitare poi di andare a comprare i vari prodotti a prezzi più elevati, soprattutto nel ceto medio-basso che a stento riesce ad andare avanti ora (p.s. i supermercati fanno bene a stabilire un limite ai vari generi alimentari, poiché lo svuotamento rapido e senza controllo costringe gli autotrasportatori, fin quando non iniziano le proteste, a ricaricare le giacenze senza sosta e ovviamente devono aumentare le spese per i loro mezzi causando un’aumento dei prezzi esorbitante a carattere speculativo sui generi alimentari) e tra le proteste degli autotrasportatori (visto che le associazioni non possono indire sciopero dato che doveva essere comunicato almeno 25 giorni prima dello sciopero, ma ovviamente parecchi autotrasportatori, autonomamente o con le ditte, si fermeranno dato che, anche nei generi alimentari, viaggiano in perdita) e lo stop di molte aziende, anche alimentari, perché produrrebbero in perdita