La guerra in Ucraina ha portato e continuerà a portare delle enormi conseguenze al sistema economico, non solo europeo ma mondiale. La prima è quella inerente al taglio delle forniture russe ai paesi europei che sta già scatenando ansia nei mercati e un conseguente rincaro dei costi del carburante. Non solo gas. Sebbene i veri effetti di tale crisi diplomatico-economica li vedremo davvero nel prossimo futuro, già da ora le oscillazioni di mercato stanno portando a grossi contraccolpi.
Sempre attento ai movimenti nazionali ed internazionali, a commentare l’inquietante quadro è Domenico De Rosa, Ceo di SMET e presidente della commissione Autostrade del Mare di Alis.
“La guerra dell’energia in atto passa inevitabilmente per la svolta nucleare in formato europeo anche per il nostro Paese e un atteso recovery di guerra – afferma De Rosa – Non esistono fonti esterne di approvvigionamento energetico alternativo a Mosca che possano nel medio e lungo termine garantire stabilità al nostro Paese. Per cui sarà fondamentale cogliere questa drammatica situazione per costruire un piano energetico strategico nazionale che punti all’autonomia e alla sostenibilità”
“Per calmierare parzialmente gli effetti catastrofici derivati dello shock energetico in atto innescatasi in un momento già di piena frenata economica combinata all’alto tasso inflativo per l’Italia – propone il Ceo di Smet – quello dell’Irlanda dovrebbe essere l’esempio da seguire nell’immediato anche dal nostro Governo, consapevoli che oltre il 55% del costo dei carburanti è rappresentato dall’imposizione fiscale per misure addirittura risalenti alla Guerra di Etiopia del 1935 ed a catastrofi naturali come il Belice e la diga del Vajont del 1963”.
Tagliare le accise quindi, almeno fin quando la situazione non si sarà ristabilizzata o saranno state trovate altre soluzioni ai fiumi di gas e petrolio proveniente dai gasdotti russi o dai pozzi del Caucaso.