Uno scenario internazionale – sottolinea Uecoop – con pesanti ripercussioni su tutti i settori, dalla salute al sociale, dai servizi alla logistica, dal turismo all’alimentare, dalla scuola allo sport fino agli spettacoli dopo un 2021 nel quale il 72% delle aziende era riuscito a conservare il proprio giro d’affari o addirittura a migliorarlo nonostante la pandemia con l’intenzione da parte di oltre 1/3 delle imprese (39%) di assumere altri collaboratori entro il 2022.
Il conflitto in Ucraina scatenato da Putin sta rimettendo in discussione piani di sviluppo e nuove assunzioni anche perchè – evidenzia l’indagine di Uecoop – i cali del fatturato vanno fino al 10% per quasi la metà delle imprese che li hanno rilevati, per salire poi fino al 30% per 1/3 delle realtà ma con crolli anche del 50% e oltre in una fascia, per fortuna minoritaria, fra le aziende che hanno subito tagli al giro d’affari dallo scoppio della guerra.
A tutto questo – prosegue Uecoop – si aggiunge l’aumento del peso dei costi per carburanti e bollette che ha investito i bilanci del 77% delle imprese aggravando una tendenza già in atto dalla fine dello scorso anno con il record prezzi per l’energia che è diventato l’incubo di 4 imprese su 10 (43%) per l’effetto a valanga su investimenti, piani di sviluppo e posti di lavoro, secondo l’indagine Uecoop.
L’attuale situazione di guerra e di tensioni internazionali politiche e commerciali crescenti – continua Uecoop – mette a rischio le potenzialità di crescita delle quasi 80 mila cooperative italiane che da nord a sud dell’Italia impiegano oltre un milione di occupati, la metà donne, concentrati soprattutto nella fascia fra i 30 e i 49 anni (58,5%), con circa il 66% che ha il diploma di scuola secondaria e –5– più del 15% una laurea.