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Rogo Eboli, monitoraggio qualità aria. In cerca di soluzione per 100 dipendenti

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Monitoraggio dell’ambiente e tutela dei lavoratori. Sono questi i due principali obiettivi da seguire dopo l’incendio divampato al Consorzio Jonico Ortofrutticoltori di Eboli. Spente le fiamme si accendono i riflettori per accertare con precisione le cause del rogo mentre prosegue anche oggi il lavoro dei Vigili del Fuoco per mettere in sicurezza la zona e fermare il fumo. Stando alle prime indagini, condotte dai carabinieri della stazione di Eboli guidati dal capitano Emanuele Tanzilli, sembra da escludere l’ipotesi del dolo. A generare l’incendio che ha distrutto il capannone pare essere stato un macchinario esterno alla struttura.

Le indagini comunque proseguono grazie anche all’acquisizione delle immagini degli impianti di videosorveglianza. Per monitorare la qualità dell’aria sono state installate delle centraline mobili per controllare i valori di diossine, polveri sottili e metalli. Al momento pare che l’incendio non abbia provocato un peggioramento dell’aria della zona che riguarda i comuni di Eboli e Battipaglia visto che il capannone andato in fumo è al confine tra le due città.

Le due amministrazioni comunali hanno firmato un’ordinanza che raccomanda di tenere chiusi tutti gli infissi e vieta manifestazioni all’aperto. Vietata anche per sette giorni la raccolta di frutta e verdura dell’area interessata dall’incendio. Intanto gli oltre 100 dipendenti temono di perdere il posto di lavoro. L’azienda ha già avviato dei contatti con le istituzioni per tutelare il personale.

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