Smart working, proroga al 30 giugno: cosa succede e le novità allo studio

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A fine marzo termina lo stato d’emergenza per la pandemia di coronavirus, ma il governo ha deciso di non cambiare le regole vigenti sullo smart working: lo prevede il nuovo decreto Covid-19 licenziato dall’esecutivo

La possibilità di ricorrere allo smart working nel settore privato senza l’accordo individuale tra datore e lavoratore, e quindi ancora con un regime semplificato, è dunque prorogata al 30 giugno 2022. La stessa disposizione è valida per lo svolgimento del lavoro agile per i lavoratori fragili

Ci sono però altre novità in arrivo sullo smart working: come riporta il Corriere della Sera infatti la commissione Lavoro della Camera ha trovato l’accordo su un disegno di legge sullo smart working

Il ddl dovrebbe riunire una decina di proposte presentate dai partiti in Parlamento, al fine di sostituire l’attuale legge che disciplina lo smart working

La prima novità è sul ruolo dell’accordo individuale tra lavoratore e impresa: pur confermandone l’obbligatorietà, il ddl specifica che alcune questioni dovranno necessariamente essere normate dalla contrattazione nazionale di categoria e/o da un accordo aziendale o territoriale

Gli accordi collettivi in particolare dovrebbero stabilire sia le agevolazioni sullo smart working per alcune categorie, come i genitori oppure i lavoratori fragili, sia il diritto alla disconnessione

Il ddl prevede che in caso di violazione del diritto alla disconnessione, “si applicano le disposizioni di cui all’articolo 615-bis del codice penale, salvo che il fatto costituisca più grave reato”: è l’articolo che disciplina le interferenze illecite nella vita privata e prevede la reclusione dai 6 mesi ai 4 anni

Il disegno di legge inoltre prevede che i contratti debbano equiparare il “lavoratore che svolge la propria attività lavorativa in modalità agile con il personale operante in presenza ai fini del trattamento economico e normativo, del diritto alla salute e alla sicurezza sul lavoro, nonché dello sviluppo delle opportunità di carriera e crescita retributiva

Secondo quanto riporta il Corriere, inoltre, il nuovo testo definisce smart working solo quello in cui si lavora fuori dall’ufficio per almeno il 30% del tempo. Quando la percentuale è inferiore quindi non servirebbero gli accordi individuali. Il disegno di legge prevede poi incentivi per le imprese: la riduzione dell’1% dei premi assicurativi Inail per le attività che utilizzano lo smart working

Infine il ddl, come riporta il Sole 24 Ore, prevede crediti di imposta sull’acquisto degli strumenti informatici da dare in dotazione ai lavoratori in smart working. Sarà poi istituito un Fondo per la promozione del lavoro agile presso il ministero del Lavoro, con una dotazione di 80 milioni di euro annui a decorrere dal 2022

Il testo del ddl potrebbe arrivare in Aula entro maggio e potrebbe essere approvato entro il 30 giugno: quel giorno infatti scadono le attuali normative prorogate dal governo

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