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Fiera, oltre lo scambio (di Tony Ardito)

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Nel periodo 2015 – 2019 in Italia, Germania, Francia e Spagna si sono svolte più della metà (54%) delle fiere internazionali con una occupazione dello spazio netto affittato del 76%. In questi quattro Paesi si è registrata la partecipazione del 69% dei visitatori totali e del 74% degli espositori.

L’Italia rappresenta il 23% delle superfici affittate, la Germania, il principale competitor, il 50% mentre la Francia il 16% e la Spagna il 12%.

L’analisi si spinge poi a osservare la situazione degli Stati Uniti, grazie a una base dati comparabile, e arriva infine ad alcune stime sul mercato mondiale.

Tra molto altro, la pandemia ha colpito duramente pure le fiere: rispetto al 2019 si stima che il fatturato a livello mondiale sia calato del 68% nel 2020 e del 59% nel 2021.

È quanto emerso da “L’Italia delle Fiere Internazionali”, uno studio economico-scientifico – svolto da Fondazione Fiera Milano e Confindustria, in collaborazione con CFI-Comitato Fiere Industria – che per la prima volta ha analizzato il legame fra l’economia di un Paese e il suo sistema fieristico.

L’analisi, che si sviluppa attraverso le quattro sezioni valuta la situazione del mercato pre-Covid e l’onda d’urto della pandemia, il ruolo delle fiere per le filiere del Made in Italy, le fiere e l’export, le fiere e la trasformazione digitale accelerata dalla pandemia, ha messo a confronto i quattro Paesi europei a maggiore vocazione fieristica e gli Stati Uniti.

A livello mondiale lo scoppio della pandemia, con il conseguente blocco dell’attività produttiva in tutti i sistemi economici, ha avuto un forte e immediato impatto sullo scambio internazionale di beni.

Il riavvio di tale attività dal terzo trimestre 2020, la scoperta dei vaccini e infine la loro somministrazione hanno dato un nuovo slancio al commercio mondiale, che in un anno è riuscito a raggiungere i livelli pre-crisi, riagganciando il trend degli anni precedenti. È però ahinoi del tutto evidente che l’invasione russa dell’Ucraina stravolga la crescita globale per il 2022.

Il dato inconfutabile che da più angolazioni emerge forte e chiaro è che le fiere non hanno sostituti per ciò che concerne aspetti cruciali quali le relazioni dirette, l’agire collettivo, la comprensione delle frontiere dell’innovazione e la rassicurazione sulle scelte di fornitura.

Soprattutto per le PMI, vera spina dorsale del sistema produttivo italiano, la fiera fisica rimane un elemento chiave, un luogo rassicurante e formativo imprescindibile per la vita stessa dell’azienda.

di Tony Ardito

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