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175 chili di cocaina sequestrati nel Porto di Salerno (di Enzo Todaro)

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Quello di Salerno non è più un ‘porto franco’ per il narcotraffico internazionale. Difficilmente, cocaina ed altre sostanze stupefacenti varcano la linea confinaria dello scalo portuale di Salerno.

In passato, non troppo lontano da noi, il Porto di Salerno costituiva l’ormeggio sicuro per lo sbarco di sostanze stupefacenti provenienti in gran parte dal centro e sud America e, raramente, dai Balcani

Le forze dell’ordine, di stanza nell’area portuale, dimostrano concretamente e ogni giorno grande professionalità nell’individuazione di stupefacenti abilmente nascosti nei container, nelle taniche, nelle confezioni di banane destinate ai mercati europei e del centro nord Italia

L’ultimo sequestro di 175 chili di cocaina se da un lato dimostra la professionalità delle forze dell’ordine dall’altro evidenzia che i mercanti di morte considerano, ed a torto, il Porto di Salerno ancora una “gruviera”

Ciò che preoccupa è il salto di qualità degli stupefacenti. Infatti, non più “erba” ed altre sostanze prodotte in laboratorio ma cocaina.

Una sostanza che in un recente passato era in uno solo tra i consumatori, con alto reddito.

Salerno non sfugge a questa nuova regola. Lo spaccio di cocaina è primo in assoluto nell’uso di stupefacenti? Fra i consumatori il primato tocca ai giovani anche a basso reddito

Altra preoccupante peculiarità cittadina è l’aumento dell’usura praticata da persone al di sopra di ogni sospetto

di Enzo Todaro

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