Ancora un episodio di violenza che arriva dai campi di calcio di serie minori. Questa volta è successo ad Agropoli nel corso della partita di seconda categoria tra l’Akropolis e l’Olympic Cilento, disputatasi nel fine settimana allo stadio “Torre” dove è accaduto praticamente di tutto sia sul rettangolo verde che fuori. Arbitro accerchiato e aggredito, diversi calciatori espulsi e partita sospesa.
L’episodio scatenante – come raccontato dal sito Ottopagine – al 44′: mentre l’Olympic stava per battere un corner un calciatore dell’Akropolis si sarebbe avvicinato all’arbitro minacciandolo, “reo” di aver fischiato poco prima un calcio di rigore per la squadra ospite. Cartellino rosso e parapiglia con il fischietto accerchiato dall’intera squadra di casa, allenatore compreso. Ci sono state in tutto otto espulsioni facendo venire meno anche il numero minimo consentito di giocatori in campo.
A grande fatica l’arbitro è riuscito a guadagnare gli spogliatori e solo l’arrivo dei Carabinieri ha consentito di riportare la calma. Nel referto del giudice sportivo, il direttore di gara ha riferito di essere stato anche colpito con calci, oltre ad essere stato spinto e strattonato. La squadra dell’Akropolis ha perso la partita a tavolino con il risultato di 0-3 e molti tesserati sono stati squalificati.
Fonte: Ottopagine
Ben gli sta’ , sempre loro, una categoria che nella storia si è sempre contraddistinta per sporgenze anomale sul capo.
Assegnare calci di rigore a sproposito, significa vanificare il lavoro, il sacrificio, l’organizzazione che un gruppo pone in essere con un solo obiettivo, la vittoria.
Il tutto delegittimato da un stupido, ignobile, paradossale tiro in porta , senza ostacoli, un vile atto , che genera disperazione e sconforto, generante rabbia che naturslmente sfovia in atti di aggressione nei conftonti di chi , reo di tale macchinazione, non può essere lasciato impunito.