A voler precisare questo punto, dopo alcune voci e notizie di stampa distorte, sono la mamma e la sorella dell’uomo, che, soprattutto, ci tengono a chiarire che la decisione del magistrato inquirente, la dott.ssa Bianca Rinaldi, di non procedere con la perizia autoptica non ha nulla a che vedere con fantomatici esami tossicologici già precedentemente effettuati sul motociclista: in ospedale, dov’è giunto in condizioni disperate, su Africola è stato effettuato solo un prelievo ematico di base ed erano stati ordinati esami strumentali, ma non c’è stato il tempo di eseguirli, tutto finalizzato solo a un estremo tentativo da parte de medici di intervenire per salvarlo.
Il Sostituto procuratore ha quindi dato subito il nulla osta per la sepoltura ai parenti, che così giovedì 7 aprile, hanno potuto dare l’estremo saluto al loro caro nella chiesa di Santa Maria ad Martyres nel quartiere Torrione di Salerno: una cerimonia funebre seguita da una folla commossa.
Gli esami tossicologici, invece, sono stati effettuati sull’ottantacinquenne di Pontecagnano che guidava l’auto investitrice, e che nel procedimento penale per omicidio stradale aperto dall’autorità giudiziaria è ovviamente indagato. Oltre a voler riaffermare il buon nome e la reputazione del fratello, che non era sposato e non aveva figli, le due donne ora faranno di tutto per rendergli anche giustizia e per questo, e per fare chiarezza sulla dinamica dell’incidente, attraverso il consulente legale dott. Vincenzo Carotenuto, si sono affidate a Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, che si è già attivata con i suoi esperti.
I familiari di Michele, pur sapendo che nulla e nessuno potrà riportalo indietro, chiedono con forza di sapere e di capire perché l’automobilista, che percorreva via Verdi in direzione opposta rispetto allo scooter di Africola, ossia verso Battipaglia, abbia svoltato a sinistra per entrare nel parcheggio di alcune attività non avvedendosi che nell’altra corsia, la sua, stava regolarmente sopraggiungendo la vittima, che nulla ha potuto per evitare il veicolo paratosi – contromano – improvvisamente davanti a lui: una imprudenza purtroppo fatale.