Sarà l’occasione per parlare dei comportamenti da adottare per contribuire alla tutela delle femmine nidificanti, dei nidi e dei neonati lungo le coste della Campania e per apprendere notizie inerenti l’ambiente marino, l’ecologia e la biologia della Caretta Caretta.
“Divulgare queste conoscenze servirà a creare dei Tartawatcher – spiega il Direttore del Museo Valerio Calabrese – degli osservatori spontanei che potranno così contribuire alla protezione delle tartarughe. In concomitanza con il periodo di nidificazione che ha inizio a giugno, saranno attivati campi di volontariato sulla costa cilentana per tutelare il momento della nidificazione delle tartarughe.
Il controllo delle spiagge si svolgerà al mattino presto per verificarne la presenza di tracce di risalita. In caso di avvistamento di tartarughe o delle impronte lasciate sulla sabbia – prosegue – è importante contattare la guardia costiera o una delle associazioni della rete. Con il Museo abbiamo attivato ormai da un anno un centro di primo soccorso per le tartarughe in difficoltà a cui possono rivolgersi pescatori o cittadini che ne rilevino la presenza”.
A questa operazione di salvaguardia partecipa una fitta rete di organizzazioni sotto la direzione scientifica della Stazione Zoologica “Anton Dohrn”: il Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, Wwf, Mare Vivo, NaturArt, Associazione Ardea, Area Marina Protetta di Punta Campanella, Ente Nazionale Protezione Animali Campania, Regione Campania, Area Marina Protetta Regno di Nettuno, Lipu, Tartarughe Marine in Campania, Tartarughe.it, Domizia – La Tartaruga del Litorale Domizio.
Da diversi anni ormai un gruppo di volontari si occupa di garantire la sopravvivenza dei nidi e la deposizione delle uova sul litorale cilentano, con turni di pattugliamento delle spiagge per la sorveglianza dei nidi fino all’emersione dei piccoli di tartaruga.