I maleducati del nuovo tempo: verso il tramonto della funzione educativa

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Ho di recente riletto il bel libro di Mario Lodi, “Il Paese sbagliato”, che negli anni settanta dello scorso secolo mise a nudo le deficienze di una scuola che escludeva i più deboli e i più fragili.

Se è vero che da quel tempo sono trascorsi molti decenni e sono cambiati profondamente non solo i presupposti dell’educazione e del sistema scolastico, e, dunque, anche il rapporto della infanzia con il gioco e con l’apprendimento, resta altrettanto vero che i bambini trascorrono intere giornate davanti a schermi di ogni dimensione, spesso cercando nel virtuale una fuga dalla loro solitudine.

A chi scrive, però, sembra affermarsi una diversa e più grave emergenza, che prescinde dalle istanze inclusive e dalla lotta alla dispersione scolastica, che ha ad oggetto la crescente de-funzionalizzazione del sistema educativo in quanto tale.

Mi chiedo, allora, se un Tribunale può condannare una insegnante a quasi due mesi di reclusione, solo per aver sgridato (magari anche con toni vivaci) i bambini di una quinta classe delle scuole elementari, i quali, incuranti dei richiami della bidella, hanno imbrattato le pareti del bagno con i loro escrementi.

I genitori, a fronte di questa presunta lesa maestà della integrità psichica dei propri educatissimi figlioli, hanno ritenuto di sporgere denuncia e un Giudice di questo nostro Bel Paese ha finanche condannato la povera insegnante.

In questi anni, abbiamo assistito incuranti all’involuzione del rimbambimento narcisistico (utilizzo l’efficace espressione di Massimo Gramellini) della “categoria” dei genitori, i quali intervengono in ordine alle valutazioni date dal corpo docente sui risultati di apprendimento dei loro valorosi virgulti, proponendo, un tempo inedite, iniziative giudiziarie, con innumerevoli sentenze dei TAR che “correggono” giudizi e sovvertono ogni criterio di valutazione.

Il fenomeno si è ormai così ampliato da toccare il terreno della formazione universitaria, con incursioni  dei genitori e, a volte, delle stesse organizzazioni studentesche, in un crescente abrasivo del ruolo del docente.

Si tratta di iniziative assunte da genitori che, in genere, appartengono alle fasce più abbienti della società, i quali, in un lungo percorso di adattamento casalingo, hanno educato i loro valorosi giovani a coniugare vittimismo e strafottenza consolidata, spesso accompagnata da  una crescente ignoranza, che sfiora l’analfabetismo strutturale.

Si tratta di una vera e propria “culpa in educando” che vanifica ogni sforzo perseguito dalla scuola, crea modelli comportamentali capaci di minare, con il loro consolidarsi nel tempo, le ragioni stesse  della “istituzione scolastica”, gettando nel più profondo scoramento gli educatori.

In questo fenomeno dobbiamo individuare il germe della dissoluzione che affligge la nostra società, sempre più senza regole, senza doveri e senza principi di responsabilità. E’ giunto il tempo di non restare più in silenzio, di reagire e di apprestare idonei strumenti, perché no, anche normativi, che evitino le indebite interferenze di genitori, i quali  si scagliano contro educatori che, a volte, tentano solo di supplire alle carenze di padri e di madri.

Bisognerebbe far capire, ad esempio, che scrivere è pure “scoprire gli altri” , che le parole sono sempre suoni e colori, poste alla base di una scuola inclusiva, la quale innanzi tutto vuole educare,  credendo nello studio come occasione di crescita morale e civile della società.

Giuseppe Fauceglia

4 Commenti

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  • Purtroppo il degrado morale ci ha sopraffatto…..
    A parte il problema scolastico c’è da riflettere su quello che le televisioni propinano ai telespettatori (spazzatura), ai comportamenti dei nostri amministratori (senza coerenza, dignità e vergogna), alla inciviltà di noi cittadini ormai parte integrante del degrado, alla giustizia ingiusta che punisce i deboli e assolve i più forti, il buonismo esasperante fino a che non si toccano i propri interessi, l’assistenzialismo fine a se stesso e spesso non rivolto a chi ne ha veramente bisogno, etc.
    Bisognerebbe cambiare rotta ma ormai è troppo tardi…..
    Per cambiare rotta ci sarebbe voluta l’onestà intellettuale di noi cittadini e bisognava chiedere ai nostri amministratori di avere il comportamento del buon padre di famiglia……
    Papino, il Grande Bluff, ha però frainteso ed ha favorito i suoi familiari ed il cerchio magico….
    Buona fortuna.

  • Fra le altre cose, riconoscere nel docente l’autorità potrebbe essere un insegnamento positivo in una società abituata a farsi virologo o esperto di geopolitica sui social

  • Siamo allo sbando piu’ completo!! Genitori( per cosi’ dire), che si scagliano contro i docenti per qualche capriccio dei propri figli!! Vergognatevi!! Imparate prima voi l’educazione ed il rispetto del lavoro altrui!! E della persona umana!! I social hanno distrutto tutto!!! Difficile ricostruire un rapporto tra persone fatto di rispetto, stima e soprattutto ascolto!! I nostri governanti sono i maggiori responsabili di tutto cio!! Invece di dare il buon esempio, hanno fatto solo i loro interessi e nulla piu’!!
    Come vogliamo che il popolo cambi, con questi esempi?

  • Sono nato nell’anno 1951,ebbene i miei genitori sin dalle scuole elementari quando si recavano prima dagli insegnanti e dopo dai prof la prima cosa che chiedevano, quale fosse il mio comportamento nei loro riguardi, qundi alla base c’era un principio l’educazione il rispetto e l ossequio del corpo insegnante, i quali a loro volta ci davano lezioni prima di educazione con il prossimo e se stessi poi si parlava della didattica, questo è stato trasmesso ai miei figli e io sono orgoglioso di loro e loro di me e di mia moglie compagna da 38 anni, la famiglia il motore primordiale di ogni nostra azione in una società ormai allo sfascio totale, colpa un po’ di tutti noi…….. Grazie prof per questa profonda e serena riflessione, grazie prof. Auguri

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