Il complesso rurale oggetto dell’intervento fa parte dell’antico borgo di Gromola vecchia e comprende la Bufalara e un gruppo di abitazioni circostanti. La Bufalara, in particolare, è un edificio costruito nel 1700 che costituisce oggi una importante testimonianza storico-architettonica della storia agricola di Capaccio Paestum. L’immobile veniva utilizzato per la lavorazione della mozzarella e, nella parte annessa, ospitava le famiglie dei coloni addetti all’attività dell’azienda.
L’intervento riguarda un complesso di edifici che si trova in uno stato di abbandono da circa 40 anni e che ha subìto un notevole degrado a causa sia degli agenti atmosferici che della mancanza di manutenzione. Siccome tra gli obiettivi c’è la difesa dei caratteri autentici e unitari dell’insediamento, gli immobili saranno oggetto di restauro e risanamento conservativo.
Saranno inoltre eliminate tutte le superfetazioni (baracche o strutture precarie) realizzate negli anni in maniera incontrollata. L’intervento prevede anche l’efficientamento energetico, l’adeguamento sismico e un insieme di opere finalizzate alla riqualificazione di tutta l’area esterna. Oltre agli appartamenti da realizzarsi negli edifici di Gromola Vecchia, la ex Bufalara sarà uno spazio pubblico, un contenitore da dedicare ad attività di carattere culturale e sociale.
«La sfida che con questo progetto la nostra amministrazione ha deciso di affrontare è duplice: rispettare il valore storico e la bellezza architettonica della Bufalara e dell’intero complesso immobiliare e, al tempo stesso, trasformarlo in edilizia sociale abitativa assolvendo a una funzione sociale e sottraendo una parte importante del territorio all’abbandono e al degrado – dichiara il sindaco Franco Alfieri.
Per anni questo luogo è stato lasciato in preda non solo all’incuria ma anche a occupazioni abusive che lo hanno deturpato. Io sono davvero contento perché apriamo un cantiere significativo: intervenire sull’ex Bufalara è stata una delle richieste più ricorrenti dei cittadini in questi anni, perché questo edificio è un segno identitario della Comunità di Capaccio Paestum. Ma finora non c’era mai stata la volontà politica di acquisire al patrimonio comunale i beni ex Ersac e quindi di intervenire con un progetto importante come quello che, invece, la nostra amministrazione ha deciso di portare avanti, con dedizione, determinazione e coraggio».