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Stop alle telefonate moleste: in vigore la legge

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Da luglio anche i numeri di cellulare potranno iscriversi al Registro pubblico delle opposizioni come previsto dal regolamento (Dpr 26/2022), pubblicato il 29 marzo 2022 nella «Gazzetta Ufficiale». Il regolamento entrerà in vigore dal 13 aprile. Grazie a questa nuova disposizione saremo protetti dalle telefonate di vendita diretta o di telemarketing indesiderato, ricerche di mercato o comunicazioni commerciali. Potremo dire addio al telemarketing cosiddetto “aggressivo” delle telefonate moleste e invadenti.

Il regolamento finalmente arriva dopo quattro anni di percorso. Già nel 2018 era stata emanata una legge che prevedeva questo regolamento che è arrivato alla sua realizzazione e emanazione solo nel marzo scorso. Questa disposizione fissa le tappe per realizzare il nuovo registro che passa attraverso la consultazione dei principali operatori e le associazioni dei consumatori.

Protetti dalle telefonate indesiderate italiane e straniere

Sarà il ministero dello sviluppo economico a stabilire le modalità con cui i gestori telefonici forniranno al registro i numeri entro la fine di maggio. Poi entro la fine del mese di luglio saranno attivate le modalità per l’iscrizione al registro e per la consultazione da parte degli operatori. Il tutto entro il 31 luglio, data che prevede l’abrogazione delle norme del registro attuale del 2010.

Le modalità dell’iscrizione al nuovo Registro saranno più semplici e gratuite, dato che il registro si estenderà molto rispetto a quello attuale. Basterà comunicare il numero di telefono che si vuole proteggere compilando un modulo online attraverso il sito del proprio gestore telefonico. Ma sarà possibile farlo anche attraverso via telefonica con un operatore. L’iscrizione sarà immediata, entro il giorno successivo.

Una volta iscritti a questo registro si potrà stare tranquilli e protetti da chiamate indesiderate di telemarketing sia italiani che stranieri. In questo modo cadranno tutti i consensi dati in precedenza, consapevolmente o meno. Qualora ci fosse un’infrazione da parte di privati o aziende ci saranno pesanti sanzioni: il 4% del fatturato per le aziende e 20 milioni di euro di multa per coloro che infrangono la privacy.

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