Presunto scandalo Liceo a Roma: nessuna violazione, preside Sabrina Quaresima non sarà sospesa

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Il presunto scandalo al liceo Montale di Roma si chiude con un nulla di fatto. La preside Sabrina Quaresima non verrà sottoposta ad alcun procedimento disciplinare, perché l’ispettrice dell’ufficio scolastico regionale, riporta il Corriere della Sera, non ha ravvisato violazioni del codice disciplinare. Quaresima ha parlato per circa dieci ore con la funzionaria regionale per spiegare la sua posizione ed evidentemente è riuscita a chiarire tutti i fatti a lei contestati. Ricordiamo che la preside del Montale era accusata di aver avuto una relazione sessuale con uno studente maggiorenne del suo istituto. Le presunte chat e i presunti messaggi tra la donna e il ragazzo sono stati pubblicati da alcuni giornali per dimostrare l’esistenza della relazione tra i due. Evidentemente l’ufficio scolastico regionale, che ancora non ha rilasciato comunicazioni ufficiali sulla vicenda, non ha riscontrato violazioni dal punto di vista del comportamento sul lavoro da parte di Quaresima.

La dirigente scolastica ha sempre negato ogni accusa. In un’intervista rilasciata al Corriere ha dichiarato: “Su di me c’è stata un’esposizione mediatica becera e incomprensibile”. E ancora: “Il ragazzo 19 anni, sta per prendere la maturità. E quando l’ho conosciuto era rappresentante di istituto in surroga, perché abbiamo parlato diverse volte durante il periodo dell’occupazione. Mi ha accompagnato con la sua macchina al commissariato di Monteverde per fare la denuncia, e lì ci aspettava anche un rappresentante dei genitori. Ho avuto con lui un rapporto cordiale e aperto, come con tutti: la mia porta è sempre aperta. Forse lui ha messo in giro queste voci per vantarsi con gli amici? Non lo so, ma qualcuno poi può aver fomentato la cosa. Ma non c’è stato nulla di nulla con il ragazzo, posso giurarlo davanti a chiunque”.

Lo scandalo è scoppiato perché la versione del 19enne aveva cominciato a circolare nelle chat degli studenti del Montale. Alcuni ragazzi avevano addirittura realizzato alcune scritte sul muro della sede centrale: “La laurea in pedagogia l’hai presa troppo seriamente” e anche “il tuo silenzio parla per te” e “chi sa deve agire”. I genitori del ragazzo erano andati a scuola a parlare con il vicepreside per denunciare l’accaduto e così sono cominciate le indagini da parte dell’ufficio scolastico regionale.

fonte www.fanpage.it

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