Nel Regno Unito, dove si è registrato il maggior numero di casi (108 al 21 aprile), “un questionario somministrato ai casi, su alimenti e abitudini personali, non ha identificato alcuna esposizione comune.
Sebbene le indagini di laboratorio abbiano escluso in tutti i casi un’eziologia virale di tipo A, B, C, D ed E, le autorità sanitarie del Regno Unito considerano l’ipotesi infettiva la più probabile, dato il quadro epidemiologico e le caratteristiche cliniche dei casi. Tuttavia sono state avviate, e sono tuttora in corso, anche indagini tossicologiche”.