Le cooperative sociali non avrebbero rispettato i requisiti richiesti, violando la legge 381, che prevede che le cooperative sociali di tipo B abbiano una quota minima del 30% di lavoratori “svantaggiati”. Si fonda, in sintesi, sulle “mancanze” delle coop l’istruttoria della Procura. Ieri pomeriggio – come riporta oggi il quotidiano “Le Cronache” consultabile online – l’udienza a carico del consigliere regionale (oggi sospeso Nino Savastano, difeso dall’avvocato Giovanni Annunziata) e Vittorio Zoccola, definito il ras delle cooperative sociali, difeso dai legali Gaetano Manzi e Giuseppe Della Monica nell’ambito del procedimento ribattezzato “Sistema Salerno” per far luce su eventuali irregolarità nell’affidamento dei servizi per la gestione del verde pubblico, dei parchi comunali e pulizia delle strade. I due imputati devono rispondere dell’ipotesi d’accusa di corruzione. Proprio durante l’udienza di ieri è stato ascoltato – per oltre un’ora – il consulente tecnico Falco, che ha concentrato il suo discorso sui requisiti delle cooperative e le caratterizzazioni di tutte le società, sottolineando a più riprese che alcune società andavano sciolte e cancellate dagli albi, con conseguente perdita di tutti i benefici fiscali e contributivi previsti.
Processo “Sistema Salerno”, la Procura: le Coop sociali non avevano requisiti richiesti
10 Maggio 2022
1 Min. di lettura
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