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Gli aumenti fanno mordere il freno (di Tony Ardito)

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Gli albergatori si trovano di fronte all’ennesima sfida: proteggere i propri margini. Il conflitto in Ucraina sta stravolgendo sia i prezzi sia la disponibilità nel reperimento di materie prime.

È quanto rivelano i dati dell’Osservatorio Internazionale Entegra – la più grande organizzazione acquisti di gruppo alimentare al mondo – diffusi in Italia per fornire un’analisi e un monitoraggio dello scenario macroeconomico relativo agli acquisti food e non food nel settore dell’hotellerie.

Rispetto ai listini di aprile e maggio, considerato l’aumento del prezzo medio europeo e sulla base della condizione attuale dei prezzi, sono previsti aumenti che vanno da un 3% a un 15%, secondo le diverse categorie merceologiche, con una situazione a oggi senza dubbio peggiorativa per il territorio italiano.

Per la carne, il cui prezzo è influenzato da alcuni fattori comuni come mangimi e trasporti, l’attuale situazione geopolitica ha stravolto le previsioni fatte per l’anno 2022.

E infatti, per il bovino se la crescita dei prezzi attesa per il primo trimestre di quest’anno in Europa rientrava tra lo 0 e il 3%, gli aumenti registrati per lo stesso periodo dai maggiori produttori europei (Irlanda, Germania, Francia) superano il 10%.

Rilevanti gli aumenti pure per alcuni ortaggi, su tutti le patate: per quelle da industria, vista la diminuzione della disponibilità del prodotto, ci si aspetta un aumento oltre il 15% in Europa (il mercato di riferimento è l’Olanda), mentre per le patate da tavola la crescita sarà senza dubbio maggiore del 5% (il mercato di riferimento è la Francia).

Sul fronte del non food, l’attenzione a plastica e alluminio è d’obbligo. Per la prima (aumentata del 20,09% su base annua), la cui produzione è estremamente energivora, per il prossimo trimestre si prevede un aumento maggiore del 5%.

Significativo anche l’aumento del prezzo dell’alluminio previsto per i prossimi 3 mesi. Il materiale, già lievitato per le note ragioni del 15% su base annua, al netto di altre variabili non ancora prevedibili, supererà il 15% in Europa.

Un panorama assai allarmante per l’intero settore dell’hospitality, considerato che la pandemia prima, la guerra poi hanno provocato fra l’altro una impennata dei prezzi di elettricità e gas (quest’ultimo aumentato del 99% nel primo bimestre del 2022) che sta mettendo in crisi certezze dell’intero comparto e non solo.

di Tony Ardito

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