In particolar modo, è stato illustrato lo studio su un vaccino contro il tumore epatico, la terza causa di mortalità per tumore al mondo per cui l’approccio terapeutico è ancora limitato, nonché del Test Medea per la diagnosi precoce e non invasiva del carcinoma endometriale. 23 partner dell’eccellenza biomedica campana nella lotta ai tumori, tra cui l’Università degli Studi di Napoli Federico II, l’Università degli Studi di Salerno, l’Istituto Tumori Pascale, la stessa Fondazione Ebris, il CNR, la Fondazione Telethon, l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno, insieme a giovani ricercatori campani hanno sviluppato una sinergia di competenze che ha portato allo sviluppo del vaccino, con la formulazione di una cura innovativa che prevede l’utilizzo del farmaco antitumorale doxorubicina.
Si tratta una sperimentazione che potrebbe spalancare le porte ad un nuovo promettente percorso terapeutico. Il prossimo obiettivo è il potenziamento della risposta immunogenica della formulazione vaccinale che sarà sottoposta ad ulteriori studi e valutazioni. Alessio Fasano, presidente del Cda della Fondazione Ebris, ha sottolineato come questo sia «l’inizio e non l’arrivo di un percorso iniziato quattro anni fa. Una squadra di ricercatori di grandissimo spessore ha raggiunto dei risultati inaspettati. Ma c’è ancora molto lavoro da fare. Adesso, infatti, bisogna effettuare una serie di trial clinici per valutare la sicurezza e l’efficacia della formulazione vaccinale contro il tumore al fegato».
Questo progetto di ricerca ha portato anche all’individuazione di metodi diagnostici innovativi, come l’utilizzo di nuovi biomarcatori peptidici diagnostici delle patologie correlate all’epatite e lo sviluppo di un biosensore in grado di individuare la presenza di un biomarcatore precoce della leucemia.
«Il progetto Campania Oncoterapie – ha proseguito Nicola Normanno, presidente di Campania Oncoterapie Scarl – ha permesso a strutture pubbliche e private di unire le proprie conoscenze e competenze al fine di migliorare la diagnosi e la terapia dei pazienti oncologici. Fare ricerca significa migliorare la qualità dell’assistenza. Queste attività vanno viste in un quadro molto più complesso di sfide innovative in cui la Regione Campania sta investendo».