Un campionato turbolento
“Sono arrivato a Salerno a gennaio con la squadra penultima a 8 punti, tutti mi sconsigliavano di andarci e per questo ci sono andato. Quel sentimento della paura mi teneva vivo, non avevo mai provato il terrore dell’arbitro che fischia la fine e sei retrocesso. Forse avevo patito nella Lazio di Delio Rossi, ma lì avevamo un po’ più di margine. Questa è stata una rincorsa da cuori selvaggi, tanto che ora leggo libri improbabili, ho bisogno di distendermi, di stare tra amici, di affetto per le mie coronarie”.
Gli innesti
“Resto a Salerno perché mi amano di un amore folle e io ne ho bisogno. Funziona per la mia psiche. La gente mi vede, frena, parcheggia la macchina, mi saluta, mi incita, senza essere invadente. Resterà anche Davide Nicola, ci sarà da trattare un adeguamento di stipendio. Scremerò 7-8 giocatori, conosco già la tipologia che preferisce. Puntiamo a fare un campionato più tranquillo, con meno batticuore: quando sono arrivato ci davano al 93% retrocessi, io mi sono tenuto il 7% di salvezza e me lo sono giocato con la squadra”.
Addio sogno Cavani
In questi giorni è circolata la suggestione Edinson Cavani, che fa sognare i tifosi granata. Da definire anche la questione Ribery, che quest’anno ha patito più di un infortunio. Sabatini si esprime così sui due campioni: “Non voglio illudere i tifosi di Salerno: il Matador è inavvicinabile, ha un prezzo troppo alto per la Salernitana. Il francese invece ha il rinnovo di contratto automatico e vuole giocare”.