Per gli italiani la casa rappresenta il bene rifugio per eccellenza, come dimostra l’elevata percentuale (78%) di chi vive in un alloggio di proprietà. Ma nella fase attuale, col perdurare delle difficoltà determinate dalla pandemia, è anche una fonte di problemi: la metà di chi ha contratto un mutuo dichiara infatti di avere difficoltà a pagarne le rate nei prossimi mesi; una percentuale ancora più marcata per chi vive in affitto (57%).
I dati emergono dal Report “FragilItalia”, elaborato da Area Studi Legacoop e Ipsos, sulla base dei risultati di un sondaggio condotto su un campione rappresentativo della popolazione per testare l’evoluzione della percezione sulle difficoltà economiche legate all’abitazione. Nel nostro Paese, sul totale di chi è proprietario dell’alloggio in cui vive (il 78%, 1 punto in meno rispetto ad un anno fa), il 27% (+2 punti) ha in carico un mutuo. È invece del 18% (+2 punti) la percentuale di chi vive in affitto (il 28% nel ceto popolare, il 26% tra gli under 30). I proprietari di casa senza mutuo a carico sono il 51% (il 61% tra gli over 50).
Tra chi ha contratto un mutuo per acquistare casa, il 50% denuncia difficoltà a pagarne le rate (l’86% nel ceto popolare, il 63% nel ceto medio basso e tra gli under 30). In particolare, il 7% ha già difficoltà, l’11% (7 punti percentuali in più rispetto a un anno fa) dichiara che ne avrà sicuramente e il 32% (+ 2 punti) che potrà averne.
Guardando in particolare al 7% di chi è già in difficoltà a pagare le rate del mutuo, calano le percentuali di chi ha dovuto tagliare e ridurre altre spese (44%) e di chi non paga da diversi mesi (12%), mentre aumenta la percentuale di chi sta pagando in ritardo (19%). C’è poi chi (12%) per pagare ha dovuto ricorrere a prestiti di parenti e amici e chi (6%) ha chiesto una rateizzazione del mutuo.
LA SITUAZIONE PER CHI E’ IN AFFITTO
Va peggio per chi vive in affitto, dove è il 57% a denunciare di trovarsi in difficoltà (l’85% nel ceto popolare, il 66% nel ceto medio basso). In particolare, l’11% dichiara di averne già, il 13% (+5 punti) che ne avrà sicuramente e il 32% (+2 punti) che potrà averne. Tra chi ha già difficoltà a pagare i canoni cresce in modo marcato la percentuale di chi ha dovuto tagliare e ridurre altre spese (56%, +20 punti), mentre cala il numero di chi sta pagando in ritardo, di chi ha dovuto ricorrere a prestiti di parenti e amici e di chi non paga da diversi mesi.
Un altro studio, contenuto nel 34esimo Rapporto Italia dell’Eurispes, fa emergere che la situazione economica generale del Paese è peggiorata negli ultimi dodici mesi (59,1%) e continuerà a peggiorare nel prossimo anno (47%), mentre quasi la metà delle famiglie è costretta ad usare i risparmi per arrivare a fine mese.
La condizione economica delle famiglie è rimasta stabile nell’ultimo anno nel 36,5% dei casi, mentre nel 39,4% è peggiorata. in pochi hanno riscontrato miglioramenti (12,3%). il 45,3% delle famiglie sono costrette ad utilizzare i risparmi per arrivare a fine mese e la capacità di risparmiare è diminuita (22,9%; -4,7%); mentre anche qui si cita l’aumento della difficoltà a pagare la rata del mutuo (43%; +4,8%).
Circa una famiglia su quattro affronta con fatica le spese mediche (24,5%), e il pagamento delle utenze di gas, luce e simili (34,4%, +7,4% sul 2021). Il 35,7% (+7,2% rispetto al 2021) ha chiesto un sostegno finanziario alla propria famiglia oppure si è rivolto ad amici, colleghi o altri parenti (18,2%, +3,1%); ha chiesto un prestito bancario il 18% (+2,9%), mentre è molto più diffuso il ricorso alla rateizzazione dei pagamenti per effettuare acquisti, utilizzata da circa un italiano su tre (33,6%).
L’11,1% del campione, non potendo accedere a finanziamenti bancari, ha richiesto prestiti a privati (non parenti o amici), pratica che spesso si traduce in forme di usura; il 14,4% ha dovuto vendere o ha perso dei beni (casa, attività, automobile, ecc.) e il 12,9% è tornato a vivere in casa con la famiglia di origine o con i suoceri (+2,9%).
Chi avrebbe avuto bisogno di una/un badante per sé o per un proprio caro, vi ha rinunciato nel 31,6% dei casi e sono il 27,5% i genitori che hanno rinunciato all’aiuto di una/un baby sitter. Tra quanti, studenti e lavoratori, hanno optato per il rientro nella propria regione a causa della pandemia, emerge che il 28,8% sono stati costretti a farlo per mancanza di lavoro.
Fonte: tg24.sky.it
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