GB, incubo vacanze. Centinaia di voli cancellati: cosa sta succedendo

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Sogno vacanze in frantumi per migliaia di turisti britannici: centinaia di voli sono stati cancellati in vista del ponte di fine primavera, allungato dai giorni di festa per il Giubileo di Platino della regina Elisabetta.  Negli aeroporti britannici regna il caos, i turisti devono affrontare file chilometriche prima, magari, di vedere il proprio aereo saltare. Tanti hanno deciso di viaggiare all’estero per la prima volta in due anni a causa della pandemia, sfruttando anche l’inizio delle prime vacanze scolastiche in Inghilterra e in Galles da quando sono state tolte tutte le restrizioni Covid.

La situazione è ‘appesantita’ dal fatto che numerosi passeggeri utilizzano voucher e crediti ricevuti per viaggi cancellati precedentemente. I voli comprati e poi saltati durante le fasi più acute della pandemia, un pacchetto ulteriore che alimenta il fuoco già esteso della domanda. Le compagnie aeree e gli aeroporti non riescono a gestire il boom anche per colpa della carenza di manodopera che flagella l’economia britannica.

L’ultimo annuncio è arrivato oggi dal tour operator Tui, gigante delle vacanze da cui dipende una compagnia charter, i cui vertici hanno reso noto lo stop di altre decine di partenze previste da qui a fine giugno dall’aeroporto di Manchester. Analoghe disavventure sono state causate in questi giorni in scali londinesi come quelli di Stansted Gatwick, o ancora in quello di Glasgow, a causa delle cancellazioni di numerose partenze imposte fra gli altri pure dal colosso low cost EasyJet e poi dalla compagnia di bandiera British Airways.

I giornali danno voce alle proteste dei passeggeri e denunciano prospettive “da incubo” per le ferie estive di milioni di persone in partenza o in arrivo; mentre le aziende si scusano con gli utenti, ma si giustificano evocando gli effetti perduranti del boom di assenze fra lo staff legate fra l’altro ai residui contagi da Covid. Giustificazioni che il governo di Boris Johnson rigetta tuttavia almeno in parte: contestando ai vettori i tagli di personale fatti nel pieno della pandemia e non revocati in misura sufficiente negli ultimi mesi nonostante la ripresa di buona lena del settore che ha seguito l’abolizione delle restrizioni sanitarie. Un fenomeno, quello dei voli cancellati, simile a quanto accaduto lo scorso anno negli Stati Uniti. La storia si ripete. Ma, soprattutto, non insegna.

Fonte: quotidiano.net

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