Naturalmente non c’è alcuna certezza che questi segnali radio siano stati davvero prodotti da alieni intelligenti, resta infatti molto alta la probabilità che possa trattarsi di interferenze legate a dispositivi umani (come accaduto anche in passato), tuttavia le caratteristiche di queste onde radio e lo strumento utilizzato per intercettarle rendono la scoperta piuttosto emozionante e tutta da approfondire.
Ad annunciare la scoperta dei segnali radio potenzialmente prodotti dagli alieni è stato un team di ricerca del China Extraterrestrial Civilization Research Group presso il Dipartimento di Astronomia dell’Università Normale di Pechino. Gli astronomi, coordinati dal professor Zhang Tongjie, li hanno rilevati analizzando i dati del “Chinese Sky Eye”, un gigantesco radiotelescopio con un diametro di 500 metri sito in una zona montuosa nella provincia del Guizhou, nella Cina meridionale.
Completato nel 2016, si tratta del più grande e sensibile radiotelescopio al mondo, che ha superato il compianto radiotelescopio di Arecibo, distrutto da un terremoto nel 2020 e noto al grande pubblico per l’invio di un celebre messaggio verso l’Ammasso di Ercole, con l’obiettivo di “presentare” l’umanità a potenziali civiltà extraterrestri. Non a caso è in programma un progetto analogo (il Beacon in the Galaxy o BITG) utilizzando proprio il radiotelescopio cinese, conosciuto anche con il nome di FAST, acronimo di Five hundred meter Aperture Spherical Telescope.
Ma cos’hanno di così speciale i segnali radio intercettati dagli astronomi cinesi? Innanzitutto ne sono stati identificati tre, due nel 2019 (analizzati nel 2020) e uno quest’anno, probabilmente il più interessante, dato che proveniente da una zona del profondo cielo in cui è nota la presenza di esopianeti (pianeti extrasolari). Come specificato dal professor Tongjie a Science and Technology Daily, si tratta di segnali elettromagnetici a banda stretta, dunque “possibili tracce tecnologiche e civiltà extraterrestri dall’esterno della Terra”. La caratteristica sibillina risiede proprio nella banda, dato che molto difficilmente segnali in banda stretta vengono prodotti da fenomeni naturali. È dunque molto probabile che la fonte sia artificiale e, dato che provengono dallo spazio profondo, non si può escludere che possano essere stati generati proprio da alieni intelligenti. Del resto, secondo un recente studio dell’Università di Newcastle, solo nella nostra galassia (la Via Lattea) si conterebbero almeno 36 civiltà aliene intelligenti.
Il problema di questi segnali, tuttavia, risiede nel fatto che in realtà potrebbero non provenire dallo spazio profondo; potrebbe infatti trattarsi di semplici interferenze da parte di strumentazione umana. Basti pensare che segnali analoghi catturati nel 2011 e nel 2014, ritenuti anch’essi di origine aliena, come ricordato da Sciencealert provenivano dai forni a microonde che i ricercatori utilizzavano per cucinare i pasti.
Prima di giungere a conclusioni affrettate, dunque, gli scienziati cinesi dovranno ripulire i segnali da ogni potenziale fonte di disturbo e solo al termine di un lungo lavoro sarà possibile determinare con certezza l’origine e la possibile fonte. Con il FAST tre volte più sensibile nelle bande strette rispetto al radiotelescopio di Arecibo sono aumentate di molto le probabilità di catturare potenziali segnali alieni, ma anche il rischio di intercettare fonti di origine antropica. Al momento non è chiara la ragione per cui il rapporto degli scienziati cinesi è stato ritirato.
Fonte: Fanpage.it