Promossa dal Forum dei Giovani di Altavilla Silentina, che in soli pochi mesi ha tracciato già la firma di importanti e riusciti eventi volti alla valorizzazione culturale del territorio. La rievocazione riprende i testi di Gaetano Stella, che ha da poco compiuto i suoi cinquant’anni di carriera. A firmarne la regia è Alfredo Crisci, brillante regista, autore e attore teatrale, fondatore de La Proposta, compagnia teatrale con all’attivo svariati successi su scala provinciale e regionale, realtà viva del tessuto sociale di Altavilla Silentina anche attraverso la rassegna estiva/invernale di teatro amatoriale “TEATRO in COLLINA” che si svolge ogni anno nel meraviglioso Parco naturale LA FORESTA di Altavilla Silentina e nell’accogliente Auditorium Comunale.
Gli attori che andranno in scena sono principalmente giovani del posto che, insieme ai preziosi artigiani del territorio, hanno realizzato una scenografia creativa anche mediante utilizzo di materiali di riciclo. I costumi storici sono stati invece messi a disposizione della Comunità Montana grazie all’ausilio del Comune di Altavilla Silentina.
La manifestazione si svolge all’interno del programma dei Festeggiamenti di Sant’Antonio, organizzati dal Comitato festa di Sant’Antonio.
Il Comune di Altavilla Silentina aderisce con la Festa di Sant’Antonio e la tradizione delle Cente al progetto sui Patrimoni culturali della Rete Italiana di Cultura Popolare e, dal 2019, è rientrata nel Patrimonio Culturale Immateriale della Regione Campania.
Il Miracolo di Sant’Antonio
La Festa di Sant’Antonio e Tradizione della Cente si tiene ad Altavilla Silentina, in provincia di Salerno. Il rito ha origine nel 1799, quando l’eco della rivoluzione francese raggiunse anche il Sud d’Italia e ad Altavilla fu proclamata la Repubblica. La popolazione di Altavilla si schierò con i giacobini della repubblica partenopea e anche nella piazza principale di Altavilla si piantò l’Albero della libertà. Un gruppo armato di sanfedisti, controrivoluzionari appartenenti ai gruppi e alle associazioni cattoliche che lottarono contro i giacobini per la “difesa della Santa Fede” e, con essa, delle monarchie tradizionali, decise di prendere con le armi la ribelle Altavilla.
Il loro comandante, trincerato dietro gli alberi della Foresta adiacente al paese e con un cannone da campagna, cominciò a colpire la collina. Gli abitanti, poco pratici all’uso delle armi, cominciarono a disperarsi e ricorsero all’aiuto di Sant’Antonio di Padova.Gli Altavillesi vestirono la statua del santo in modo goffo con sciabola a tracolla e giberna, con schioppo e cappello a due punte e la collocarono in mezzo alla piazza. Tale vista provocò il riso beffardo del capo sanfedista che sparò.
Il suo cannone si spezzò in tredici parti, che ancora oggi si possono ammirare nella Cappella dedicata al Santo Antonio, ubicata nel Convento di San Francesco. Gli abitanti gridarono al miracolo e istituirono una speciale devozione per il Santo di Padova. Da allora ogni anno il 13 giugno, celebrazione liturgica della festa, la Statua entra in tutte le case del paese dove vengono allestiti per l’occasione tavolini con tovaglie di pizzo e cestini di fiori. La giornata inizia all’alba quando dalle varie contrade partono i fedeli con le tredici “cente”, ex voto a forma di barche di cera portate a spalla dai devoti e termina a tarda sera dinanzi a fuochi pirotecnici in onore del Santo.
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