A quel punto Irene si è rivelata il nostro angelo custode, nonostante l’Usca ci abbia mandato un pediatra a casa per controllare Gioele, lei ci ha monitorati per tutto il tempo. Volevo portarlo all’ospedale di Napoli perché lì hanno tutti gli strumenti per i pazienti affetti da Covid così piccoli, però i medici sono rimasti sempre al nostro fianco e fortunatamente Gioele è stato meglio. Gioele è un piccolo guerriero, è venuto al mondo in anticipo poiché a causa di una caduta mi si è fratturato il bacino. Ancora una volta l’ospedale di Polla ci ha assistiti, in particolare il dottore Squitieri.
E’ stata dura per entrambi, ma vediamo «la luce in fondo al tunnel» e questo solo grazie all’aiuto e al costante sostegno che l’ospedale di Polla, con i suoi medici e infermieri, ha saputo darci. Immaginate me e il mio neonato soli a dover raggiungere come primo ospedale Potenza o Salerno, ad esempio. Grazie ancora a tutti i medici e sanitari dell’ospedale di Polla, ai reparti di Ginecologia e di Pediatria, al dottore D’Alvano che mi ha chiamata anche di notte per sapere di Gioele e grazie ad Irene che è rimasta con noi anche al di fuori dei suoi turni lavorativi.
Ecco la lettera aperta inviata alla redazione del sito Ondanews dalla signora Cinzia Di Candia di Teggiano
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