A denunciarlo Aisic, Anffas, Anpric, Aris e Confapi, associazioni rappresentative e della Macroarea Assistenza Riabilitativa (ex art. 26), Sociosanitaria e Fisiokinesiterapica che puntano l’attenzione – come riporta oggi il quotidiano “Le Cronache” consultabile online – sulle condizioni di estrema difficoltà in cui versano le strutture che hanno aderito al Decreto Dirigenziale numero 83 dell’aprile 2020 denominato “La Campania riparte”.
I servizi riabilitativi, sociosanitari e di fisioterapia accreditati della Campania sono stati i primi in Italia a ripristinare in maniera organica e strutturata i percorsi assistenziali, di sostegno e di cura a favore delle persone anziane e con disabilità e anche quando hanno dovuto adeguarsi all’ordinanza di chiusura del presidente Vincenzo De Luca, hanno regolarmente corrisposto gli stipendi ai dipendenti e consulenti, evitando di ricorrere alla cassa integrazione. Queste strutture, a distanza di più di un anno, si sono viste revocare il contributo regionale, ricevuto per aver riaperto in sicurezza, già a partire dal mese di aprile 2020 e per aver corrisposto in maniera continuativa gli stipendi a tutti gli operatori. In sostituzione, la Regione Campania ha normato un’altra tipologia di contributo che, ad oggi, non è stato erogato.