Il caldo afoso invoglia a rimanere a casa. Ho messo della musica e mi soffermo a curiosare tra i libri. È come sfogliare l’album dei ricordi; la lettura di un libro è un viaggio… Durante il percorso apprezzi il confort della vettura (il modo di scrivere… la forma) e ammiri il paesaggio (il racconto… il contenuto). Passo di libro in libro. Qualcuno ho addirittura dimenticato di averlo acquistato, di altri, letti molti anni prima, ricordo vagamente la trama, ma dei più ricordo perfettamente ogni passaggio.
Li sfoglio cerco e rileggo ciò che avevo sottolineato a matita e, a proposito di viaggi, da “La Prigioniera” di Marcel Proust leggo: “Il solo vero viaggio, il solo bagno di giovinezza, non sarebbe quello di andare verso nuovi paesaggi, ma di avere occhi diversi, di vedere l’universo con gli occhi di un altro, di cento altri, di vedere i cento universi che ciascuno di essi vede, che ciascuno di essi è.” Questo vale anche per i libri: rileggerli con spirito diverso, magari a distanza di anni, ti regala nuove sensazioni, inaspettate prospettive.
Gustave Flaubert scriveva «Non leggete, come fanno i bambini, per divertirvi, o, come gli ambiziosi, per istruirvi. Leggete per vivere.» La vita è un continuo viaggio e i libri sono un modo per muoversi in posti sconosciuti o vagabondare per luoghi già noti, per esplorare l’animo degli uomini, i loro pensieri.
Viaggiare è andare alla ricerca di se stesso, analogo scopo ha il lettore, dietro a un angolo della via potresti trovare un pezzo di te, così come a ogni rigo.
Nella libreria ho disposti i libri dal ripiano più alto a quello più basso, per autore, in ordine alfabetico, ma le opere di alcuni scrittori le tengo a parte, in spazi riservati; sono quelli che mi sono più cari, riferimento in alcuni periodi della mia vita, dei quali ho più opere: Pirandello, Bach, Fallaci, Erri De Luca, Freud, Ignazio Silone, Grazia Deledda, Calvino. In un angolo speciale tutti i libri di Herman Hesse; li ho contati sono quarantuno, letti quasi tutti tra i venti e i trent’anni.
Continuando a gironzolare mi sono proposto di compilare la lista dei dieci libri ai quali sono più legato. Lo scopo è di confrontarla con quella stilata oltre venti anni fa, per comprendere cosa fosse mutato con il tempo e cercare di identificare i motivi di eventuali scelte diverse.
Ben sei sono identici. Tutti letti durante gli anni giovanili, probabilmente quelli che più hanno contribuito alla mia formazione. I primi anni di vita sono quelli che imprimono i ricordi e, belli o brutti che siano, in qualche modo ti riscaldano il cuore, rimangono indelebili.
Ho avuto conferma di ciò da un episodio recente, che non ha a che fare con i libri, ma rafforza questa tesi. Qualche giorno fa mio figlio mi ha inviato un messaggio tramite WhatsApp con allegato un filmato; mi consigliava di ascoltare l’intervista fatta a Ribery da Diletta Leotta e di prestare particolare attenzione alla risposta su quale periodo della sua vita fosse più affezionato.
Il calciatore della Salernitana aveva risposto: “I ricordi più belli non sono legati al tempo in cui ho vinto i trofei, ma a quando, da piccolo, giocavo con gli amici nel campetto vicino casa”. È vero, sono proprio quegli anni che rimangono impressi nel cuore, quelli in cui non programmi il futuro ma vivi le giornate in modo ciclico aspettando le ore del gioco, degli amici.
Il caldo di questi giorni mi allontana dai libri e mi porta a pensare alle precauzioni da adottare nel periodo estivo. Regole semplici, ma che non sempre rispettiamo. Il consiglio base è di bere molta acqua (l’idratazione è fondamentale). Fare pasti leggeri preferendo la frutta come albicocche, anguria, melone, mango, ma anche verdure come melanzane, zucchine, cetrioli, sedano, pomodori.
La cosa migliore è consumarli crudi, in modo da mantenere intatte tutte le proprietà nutrizionali. Altrettanto importante è proteggere salvaguardare la pelle dai raggi solari, non esporsi al sole nelle ore più calde e farlo proteggendosi con le creme. Anche gli spostamenti quotidiani in città espongono al sole per cui è bene spalmare sempre la crema protettiva prima di uscire di casa.
Ma ritorniamo ai libri. Le scelte diverse fatte venti anni dopo hanno più spiegazioni. Una è ovvia: molti libri li ho letti dopo aver stilato il primo elenco e in questo c’è la piacevole sensazione che non tutto è tracciato, ma che il futuro può continuare a regalarci sottili suggestioni. Altro motivo è che i libri rispondono alle domande che ti stai ponendo nel momento della vita in cui li leggi, poi, con il tempo, quei pensieri li elabori e potrebbero coinvolgerti meno e le cose lette potrebbero perdere valore, avere un sapore diverso.
Altra considerazione è che la scelta, a volte, è determinata dal rapporto che hai con il mondo che ti circonda mentre leggi, magari momenti in cui sei attratto particolarmente dal luogo o a un momento significativo della vita o alla compagnia di quei giorni; poi, con il tempo, quelle emozioni possono mutare donandoti una percezione diversa di quel periodo e di quel testo.
Ora ho tra le mani una pietra miliare dei miei vent’anni “Il lupo della steppa” di Hermann Hesse dal quale leggo: “In realtà nessun io, nemmeno il più ingenuo è un’unità, bensì un mondo molto vario, un piccolo cielo stellato, un caos di forme, di gradi e situazioni, di eredità e possibilità”.
Si, il bello è proprio quello di poter essere se stesso anche cambiando idee, pensieri, modo di emozionarsi. Stilerò un’altra lista tra dieci anni convinto di ritrovarci schegge del passato mai cancellato, ma anche di quello che sarà il futuro con un microcosmo da conoscere e interpretare.
di Enzo Capuano
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