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Ecco perchè non potremo mai farcela! (di Giuseppe Fauceglia)

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E’ di qualche giorno la notizia del primo fermo dei giudici amministrativi (si tratta della III Sezione del TAR Puglia) al progetto relativo alle grandi opere dello snodo ferroviario di Bari, ritenuto essenziale non solo per lo sviluppo infrastrutturale della dorsale adriatica ma pure per rafforzare  il retro-porto di Bari e di Brindisi.  E’ un’opera strategica per lo sviluppo del Paese, del valore complessivo di 406 milioni di Euro, in gran parte finanziati dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).

Ebbene cosa è successo in questo splendido Paese ??. Il solito comitato di cittadini, questa volta denominato “Le Vedette della Lama” e il sindaco pentastellato del Comune di Noicattaro, tal Raimondo Innamorato (è bene ripeterlo: i 5Stelle hanno prodotto più danni economici all’Italia che tre terremoti messi insieme !!), hanno ritenuto che il tracciato progettato per il passaggio dei binari ricadesse in una  zona su cui sono presenti alberi ritenuti secolari (i soliti ulivi !!) e un presunto insediamento archeologico che la stessa Soprintendenza BAS aveva giudicato non degno di alcuna tutela.

Orbene, a seguito di queste così determinanti ragioni, i giudici del TAR Puglia hanno accolto il ricorso e sospeso l’esecuzione delle opere, ritenendo che nel progetto non fosse stata adeguatamente motivata, con pareri tecnici,  la mancanza di alternativa per la localizzazione delle opere, così imponendo all’amministrazione di riesaminare il progetto alla luce delle considerazioni (sic !!) svolte dal Comitato “Le Vedette della Lama” e dal Comune, sostanzialmente richiedendo di “riprogettare” il progetto (in contraddittorio !!).

Pura follia italiana !! Senza alcun timore di vergogna, l’udienza è stata rinviata per il merito al 18 gennaio 2023, ben sapendo gli “illuminati” giudici del Tar che una conferenza di servizi con la presenza necessaria dell’agguerrito compendio pentastellato non potrebbe mai concludere i lavori entro quella data; che ci saranno altre contestazioni sulle scelte tecniche che dovessero compiersi con altrettanti ricorsi incidentali e dipendenti (che gli stessi giudici sarebbero, forse, ben lieti di accogliere); che la causa è destinata – come tutte – a protrarsi per anni, se non per decenni.

Le conseguenze, non tenute in conto dagli “illuminati” giudici amministrativi, sono le seguenti: i tempi per la realizzazione delle opere non potranno essere rispettati, non potrà essere realizzata un’opera assolutamente strategica per lo sviluppo del Mezzogiorno; molto probabilmente andranno perduti i finanziamenti del PNRR.

Ma di queste cose i giudici  non tengono conto:  forse, sarebbe il caso di ricordare ai più gli stipendi che questi percepiscono, ivi compresi bonus ed entrate extra per incarichi non giudiziari ! leggere il bel libro di Sergio Rizzo, “Potere assoluto. I cento magistrati che comandano l’Italia”. Basti pensare che sempre sul versante adriatico il progetto per il raddoppio dei binari della linea ferroviaria tra Termoli e Lesina è stato differito per ben venti anni, in attesa della definizione di contenziosi promossi dal  “Comitato per la tutela della nidificazione degli uccelli fratini”.

Per altro, questi Comitati non hanno patrimonio, così come, in genere, i loro cosiddetti rappresentanti, sì che non sono in grado, a definizione dei tanti giudizi, neppure di pagare le eventuali condanne alle spese processuali in caso di soccombenza. Dei  ritardi e dei danni che il Paese, e gli altri cittadini (che sono la assoluta maggioranza) subiscono, nessuno risponde.

Mi chiedo quanti comitati per la difesa del picchio rosso o dell’albero nodoso o della casetta di Biancaneve nasceranno in Italia, sorretti dalla solita incosciente campagna di stampa “fatta” quotidianamente ad arte, per intralciare l’esecuzione del PNRR; quanti “scrupolosi” burocrati decidenti per quieto vivere ascolteranno le loro pretese; quanti pubblici ministeri, magari in cerca di qualche notorietà,  bloccheranno per decenni esecuzione di progetti strategici (in attesa di “definire le indagini” !!). Il tutto sotto gli occhi attoniti dell’Europa, che ci chiederà, prima o poi, di restituire ciò che ci ha dato o di non darci, per nostra incapacità, quello che ci ha promesso.

Audace ed ironico tentativo di ricapitolazione con domanda finale: siamo sicuri che un po’ di Putin non ci servirebbe ??

Giuseppe Fauceglia  

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