Il giovane ha quindi provato a calarsi nella bocca del vulcano. E vi è scivolato dentro. I primi a intervenire sono state le Guide vulcanologiche del Presidio Permanente Vulcano Vesuvio, che si sono calate con le corde e lo hanno riportato in cima, mentre intanto erano giunti i carabinieri forestali della stazione Parco, quelli della sezione radiomobile di Torre del Greco e della tenenza di Ercolano e persino un elicottero del soccorso alpino. Il giovane è stato portato dalle guide nell’area dell’infopoint e qui medicato. Ha riportato molteplici escoriazioni alla schiena e alle braccia, ma quando le forze dell’ordine gli hanno proposto una visita al pronto soccorso lui ha rifiutato. È però stato costretto ad «accettare» la denuncia per invasione di terreni pubblici o ad uso pubblico che gli è stata notificata dai carabinieri.
«Siamo addestrati per queste situazioni di pericolo – spiegano le guide – e in squadra siamo riusciti a salvare questo turista inesperto che ha voluto sfidare il cratere. Tutte le guide in vario modo hanno dato il loro contributo: chi lo ha avvistato, chi lo ha trattenuto, chi lo ha recuperato e chi lo ha medicato e soccorso. Per fortuna non si è verificata una tragedia, ma i visitatori che non rispettano le regole rischiano tanto».
Il presidente del Presidio Permanente Vulcano Vesuvio e Figav- Confesercenti, Paolo Cappelli, in merito a quanto pubblicato da vari organi di informazione sull’episodio accaduto sul Vesuvio sabato scorso allorquando un turista americano di 23 anni, dopo aver deciso di avventurarsi attraverso sentieri non autorizzati perchè sprovvisto di biglietto d’ingresso, è caduto all’interno del cratere, intende chiarire modalità e tempi d’intervento dei soccorritori:
“Avverto l’obbligo di intervenire per esporre in modo chiaro come realmente sono accaduti i fatti riguardanti il turista americano caduto nel cratere del Vesuvio sabato scorso. Verso le ore 15:00, la squadra di servizio delle guide vulcanologiche, ha avvistato due persone sulla parte alta del cratere, zona interdetta all’accesso in solitaria, e con l’utilizzo dei binocoli in dotazione si sono resi immediatamente conto che uno dei due era scivolato all’interno del cratere ed era in seria difficoltà. Quattro guide vulcanologiche si sono messe in moto all’istante e, arrivate sul posto, una di loro è stata calata con una corda per una quindicina di metri per consentirgli di mettere in sicurezza il turista sprovveduto che richiava di fare un volo di oltre 300 metri.
Il ragazzo è stato portato in salvo dalle nostre guide che hanno poi provveduo anche a prestatargli le prime cure, in quanto presentava molteplici escoriazioni alle gambe, alle braccia e alla schiena. Soltanto in un secondo momento sono arrivati i Carabinieri Forestali, allertati da un’amica del turista ‘fai da te’, che hanno preso in consegna l’uomo per condurlo in caserma e denunciarlo.
Senza nulla togliere ai Carabinieri Forestali, i quali svolgono sempre con impegno e dedizione il loro lavoro, la sequenza dei fatti è quella che ho raccontato.
La vita delle guide vulcanologiche non è semplice: sono sempre sul cratere per salvaguardare l’incolumità dei turisti e, dunque, riconoscere la prontezza e la professionalità mostrata anche in questa occasione mi è sembrata la cosa più giusta da fare.
Avendo parlato direttamente con chi ha prestato il soccorso, posso dire tranquillamente che sabato scorso sul Vesuvio hanno salvato una vita umana.
Ringrazio ufficialmente tutto il gruppo delle guide appartenenti al Presidio Permanente Vulcano Vesuvio, sempre pronti e operativi in qualsiasi condizione”.
Pochi lo ricorderanno, ma nel 1985 un americano del Kansas cadde a sua volta nel cratere, morendoci.