E’ emerso che tale studio può essere condotto sotto l’egida dell’Università degli Studi di Salerno che, se concorde, potrà coordinarlo in modo da far emergere gli aumenti significativi di patologie tumorali negli abitanti che si trovano attorno alle Fonderie. Peraltro, questo modello potrebbe essere sviluppato anche per altre zone della città per monitorare eventuali aumenti dell’incidenza dei tumori e mettere in atto – di conseguenza – screening mirati. Prima come cittadino attivo, oggi come rappresentante dei cittadini non posso che perseguire ogni atto utile a far emergere l’inquinamento della Valle con i suoi problemi sanitari che sono sotto gli occhi di tutti. Ritengo che le istituzioni debbano far sentire agli enti preposti quali ASL e Arpac la loro determinazione a percorrere qualunque strada che possa far emergere i dati reali dell’incidenza tumorale: le Fonderie Pisano non possono insistere in una zona della città densamente abitata perché incidono negativamente sulla qualità di vita dei cittadini salernitani ed in particolare della Valle dell’Irno. I cittadini chiedono e meritano risposte non più derogabili” – conclude Lambiase