Tale dato evidenzia che il 79% dei bilanci dei club di calcio , al termine della propria stagione calcistica ha chiuso con un valore di “perdita d’esercizio”. La pandemia Covid19, ha confermato una crisi ‘strutturale’ del sistema calcio italiano, con determinazione del “valore della perdita complessiva” aumentata dai 412 milioni del 2018-2019 agli 878 del 2019-2020, fino agli oltre 1,3 miliardi del 2020-2021.
I “due campionati giocati con impatto Covid-19” (19-20 e 20-21) hanno determinano per l’azienda calcio italiana , un valore negativo di “perdite d’esercizio aggregate”, pari ad oltre 2,2 miliardi di euro, con relativo “indebitamento finanziario” incrementato dai 4,8 miliardi di euro del 2018-2019 ai quasi 5,4 del 2020-2021.
Il valore del “fatturato aggregato” dei club di Serie A, B e C ha raggiunto nel periodo “pre Covid-19” quasi 3,9 miliardi di euro, con un aumento di 1,5 miliardi rispetto a 12 anni prima, ma quasi il 90% della crescita dei ricavi tra il 2007-2008 e il 2018-2019 è stata utilizzata per coprire l’aumento degli stipendi e degli ammortamenti/svalutazioni. L’effetto Covid-19 è stato rilevante in riferimento ai “ricavi da stadio” (quasi azzerati nel 2020-2021, rispetto ai 341 milioni di euro del 2018-2019).
Tra il 2018-2019 e il 2020-2021, il numero complessivo di spettatori presenti negli stadi italiani per competizioni di alto livello (calcio professionistico e Rappresentative Nazionali) è passato da 16,1 milioni ad appena 148.248, mentre gli spettatori potenziali ‘persi’ nel solo calcio professionistico nelle 2 stagioni con impatto Covid-19 (19-20 e 20-21) ammontano a 23,1 milioni, con un impatto in termini di “ricavi potenziali da stadio” non realizzati pari a 513,3 milioni di euro.
Il valore dell’ “indebitamento totale” dell’azienda calcio italiana, ha raggiunto nel periodo 2018-2019 circa 4,8 miliardi di euro, valore doppio rispetto ai 2,4 miliardi registrati nel 2007-2008. L’indebitamento finanziario, risulta confermare gli effetti negativi derivanti dall’effetto dal Covid-19 , sulla capacità dei club di generare ricavi (il valore della produzione nel biennio segnato dalla pandemia è diminuito del 9,3%), dai costi connessi all’implementazione dei protocolli sanitari, ma anche dal continuo incremento degli stipendi e degli ammortamenti.
Il costo del lavoro medio nelle 2 stagioni con impatto Covid-19 (2019-2020 e 2020-2021) è stato pari a 2.231 milioni, in aumento del 7,9% rispetto al 2018-2019, mentre gli ammortamenti/svalutazioni sono saliti del 24,5% (passando da 962 a 1.198 milioni di euro). Per vincere la sfida del calcio austerity, la FederCalcio proporre la misurazione della “sostenibilità dell’azienda calcio” attraverso l’applicazione dei seguenti “indicatori”:
1) indice di liquidità ammissivo (dallo 0,6 fino all’0,8 in tre anni);
2) indicatore indebitamento e costo del lavoro allargato con ricavi al netto delle plusvalenze;
3) indice di rapporto flussi di cassa e servizio del debito, 4) indice rapporto costo squadra.
Antonio Sanges – Dottore Commercialista