Se fino a poche settimane fa – come riporta oggi il quotidiano “Le Cronache” consultabile online – bastava accordarsi con il parroco, da settembre gli accordi dovranno essere presi in maniera differente. Sembra infatti, che per tutte le attività non religiose e dunque quelle culturali, la gestione degli spazi della Curia passerà in mano ad un’organizzazione esterna che avrà il compito di valutare il programma dell’iniziativa, la sua valenza e dare infine l’ok qualora la data e la location richiesta sia disponibile.
Non è chiaro se coloro che ne faranno richiesta dovranno poi pagare anche una quota a questa organizzazione per l’uso di questi spazi. Sempre fino ad ora, tutti coloro che hanno organizzato i loro eventi culturali negli spazi della Curia, non hanno mai dovuto pagare nulla, se non fare, di loro liberà scelta, una donazione al sacerdote incaricato come ringraziamento per aver acconsentito all’utilizzo dello spazio.
La chiesa, per come è vista e sentita dalla maggior parte dei “cristiani” si sta , sempre di piu, snaturando dall’impatto sociale per cui è nata e voluta da nostro signore. Questo e un segno evidente che , come tutte le “aziende” anche la chiesa si sta adeguando ad delle dinamiche che prediligono facili ricavi agli aiuti e al sociale aggrecativo.