Non è facile stimare quanti casi riguarda e quali sono le persone più a rischio, soprattutto perché sempre meno ci si sottopone ai test ufficiali. Difficile è anche capirne la causa
L’ipotesi più supportata sarebbe legata al comportamento del nostro sistema immunitario, si legge nella rubrica
“Si pensa che i sintomi precedano il risultato positivo ai test perché oggi il sistema immunitario si attiva molto più velocemente contro il virus”, spiega la rubrica della federazione dell’Ordine dei medici
“All’inizio della pandemia, i contagi avvenivano tra persone che non avevano mai preso prima Sars-CoV-2 e che non erano vaccinate, e il virus poteva agire indisturbato per diversi giorni prima che l‘infezione fosse tale da essere rilevata dal sistema immunitario”
Oggi invece, di fronte alla maggioranza della popolazione già vaccinata o già esposta al virus, “la reazione immunitaria è più rapida e può portare a casi in cui si hanno sintomi ma non si risulta positivi perché la carica virale non è ancora sufficiente rispetto alla sensibilità del test”
Un’ulteriore ipotesi riguarda la diversa dinamica con cui le più recenti varianti circolano nell’organismo: alcuni studi hanno rilevato un minore accumulo delle particelle virali nelle cellule del naso, rendendo più probabili i falsi negativi
Una terza possibilità è che questa situazione sia il riflesso del maggior ricorso ai tamponi fai-da-te. Molte persone non raccoglierebbero con cura il materiale biologico, determinando un numero più alto di falsi negativi
Non bisogna preoccuparsi ma può essere utile prendere qualche precauzione. “Un test negativo in presenza di sintomi non dovrebbe essere un lasciapassare per uscire”, conferma Emily Martin, epidemiologa dell’Università del Michigan. E questo vale in presenza di tutti i tipi di virus
Il monitoraggio settimanale Iss-ministero della Salute sull’andamento dell’epidemia di Covid-19 indica che 13 regioni sono a rischio moderato (5 delle quali ad alta probabilità di progressione), mentre otto sono a rischio alto “per la presenza di molteplici allerte di resilienza e una per non aver raggiunto la soglia minima di qualità dei dati trasmessi all’Iss”
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