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De Luca attacca: «Nel Pd più perdi e più fai carriera».

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Hanno fatto discutere le parole pronunciate da Vincenzo De Luca nella serata conclusiva della festa dell’Unità di Napoli dove non sono mancate stoccate al Pd: «Negli altri partiti – ha detto De Luca – la selezione dei gruppi dirigenti è rigorosa: ti presenti, ti candidi, se vinci , vinci; se perdi chi s’è visto s’è visto. Nel nostro Paese invece la selezione dei gruppi dirigenti avviene in negativo, più sei un pinguino, più perdi elezioni, più fai carriera. Questo è il dato del Pd. Questo meccanismo di selezione dei gruppi dirigenti è quello che Gramsci definiva la storia del grande uomo e del cameriere: fare il vuoto intorno per emergere e distinguersi».

Critiche anche sull’azione politica nazionale del partito. «Il Pd è il partito delle tre proposte: Legge Zan; Ius Scholae e legalizzazione della marijuana – insiste De Luca – non ne ricordo altre. Soprattutto in tema di giustizia e di sicurezza. Se avete altre proposte da pubblicizzare, ditemele perché io non sono in grado. Anche il salario minimo è una palla colossale. Non esiste. Penso alla giustizia. Uno può essere innocente, andare in galera, essere scarcerato dopo dieci mesi e non sentire una parola su questo tema dal Pd. Quando sento le dichiarazioni del responsabile giustizia del partito devo prendere Lucen 40 (un medicinale che riduce l’acido prodotto dallo stomaco; ndr)».

Infine, De Luca conclude: «La capacità di comunicazione del Pd come partito è sottozero. Uno dei motivi per cui non raccolgo simpatie a Roma è perché ho sempre detto che – fatte le debite eccezioni, perché qualcuno si salva, e non bisogna mai generalizzare – quando parlano i dirigenti del Pd è come sentire il bollettino meteorologico o le estrazioni del lotto. Ma dite qualcosa, fatevi capire, parlate come i cristiani normali, dite una parolaccia, insomma siate umani».
 

«Una banda di sciamannati»
Poi aggiunge, tanto per lodarsi un po’: «La selezione dei gruppi dirigenti non avviene sulla base del radicamento che si ha nel territorio. Ci sono dirigenti che hanno perduto nei loro territori e fanno i dirigenti nazionali. E nessuno invece ricorda che io sono il dirigente del Pd più votato d’Italia alle ultime regionali». Per De Luca la classe dirigente del Pd si divide in correnti, sottocorrenti e tribù. «È il punto supremo di sviluppo del correntismo» osserva. E rincara la dose: «Il Pd ha assunto il peggio del Partito comunista e il peggio della Democrazia cristiana: il centralismo burocratico del Pci e il correntismo della Dc. Non ha assorbito le cose migliori, il senso dell’organizzazione e della militanza dei vecchi comunisti e la cultura della persona, e il personalismo del cattolicesimo democratico, per cui a volte ci presentiamo come una banda di sciamannati, e troppi dirigenti del partito impiegano il 99% del loro tempo non ad affrontare e risolvere i problemi, ma a costruire sistemi di relazioni, a Roma soprattutto, tra una amatriciana e una carbonara. A me questa cosa fa schifo».

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