E così il presidente della Giunta regionale della Campania oggi, durante il suo settimanale monologo social, ha ripreso un suo vecchio cavallo di battaglia: gli attacchi al Movimento Cinque Stelle oggi guidato da Giuseppe Conte.
Attacchi che erano stati da qualche tempo “congelati” per amor di maggioranza (governativa). La sintesi è: quattro anni fa il voto che portò al governo il M5S non si dovrà ripetere, occorrerà essere “responsabili”, dice:
Mi auguro che, perlomeno il 25, ci sia un voto responsabile. Il voto di sfizio che ci siamo regalati 4 anni fa, che ha regalato al Movimento 5 Stelle il 33% dei voti, si è tradotto in un disastro di proporzioni inimmaginabili.
Se gli italiani daranno un altro voto di sfizio, senza fermarsi un attimo a pensare su quali forze o singoli esponenti favorire per la loro serietà e competenza, noi rischiamo di avere un’altra legislatura di calvario e di inconcludenza. Se si vota ‘a capocchia’, poi per anni il voto ‘a capocchia’ lo si paga, come è capitato in questi 4 anni. Non c’è nessuno dei grandi interventi veri e importanti che possa essere completato senza la stabilità di governo.
L’attacco è anche contro il centrodestra che ha affossato il governo:
Dai 5 Stelle arriva qualcosa di sconcertante: Conte ha detto che Draghi li ha messi alla porta, questa è mistificazione. A loro si aggiungono Lega e Forza Italia che a un certo punto hanno proposto a Draghi di proseguire il Governo con loro ma senza i 5S.
Sapevano che non avrebbe accettato. Viviamo il primo risultato di una vicenda politica sconcertante, che porta alla perdita di credibilità dell’Italia sul piano internazionale.
Infine, la “carezza” alla Lega di Matteo Salvini che è rimasta l’unica opposizione dura in Consiglio regionale: «Difendiamo il Sud e non votiamo le forze politiche che programmaticamente sono contro il Sud – è l’appello di De Luca -. Al di là delle bandiere di partito, difendiamo il Sud e non diamo voti a quelli che non ci daranno risorse per i nostri giovani, per i nostri Comuni, per le nostre aziende, perché hanno altri interessi da difendere».