“Contrariamente a tutte le apparenze non sono una donna che si abbandona corpo e anima all’amore di un solo essere, fosse pure colui che le è più caro al mondo. Sono una persona infedele.” Scrive Margherite Duras in “Emily L.” È da questa frase che nasce l’idea di mettere insieme due monologhi teatrali (“Prima della sentenza” di Piera Carlomagno e “Tamandaré” di Brunella Caputo) in cui due donne raccontano, in maniera efficace ma diversa, della deriva di una relazione apparentemente perfetta e di quanto facilmente questa deriva possa condurre alla risoluzione estrema.
“Due donne – scrive Brunella Caputo nelle note di regia – che manifestano la stessa fermezza e la stessa voglia di riscatto, necessarie per far emergere nitida e potente la loro personalità. Due donne che si rapportano all’infedeltà: una praticandola e l’altra subendola. Due donne che, senza scrupoli e rimorsi, si uniscono a due uomini con caratteri opposti: uno debole e pronto a tutto per la sua compagna, l’altro forte e dichiaratamente arrogante nell’imporre il proprio modus vivendi. E sono proprio queste caratteristiche a renderle ciò che poi dichiarano di essere: due donne solo apparentemente forti. E la risoluzione estrema a cui arrivano entrambe non è altro che la prova tangibile della loro fragilità”.