Si tratta di una delibera che – secondo i sindacati – va in contrasto. Di fatti, sostiene la Fp Cgil, non è vero che i tetti di spesa sono stati ridotti rispetto al pregresso ma anzi sono aumentati; alcuni territori – come Salerno, Avellino e Caserta – vedono un forte aumento dei limiti complessivi di spesa; nei territori dell’Asl di Napoli 2 e 3 vengono fortemente ridotti i limiti di spesa in riferimento alle prestazioni residenziali e semi residenziali. In questo contesto negativo di ulteriori ricorso alle prestazioni private per le prestazioni riabilitative.
Per la Fp Cgil regionale si attribuisce un valore positivo alla spinta che la Regione chiede sulle prestazioni ambulatoriali “piccolo gruppo” dato atto che le stesse, se utilizzate per neutralizzare le inappropriatezze, possono consentire un miglioramento delle liste di attesa che, in alcuni settori, arrivano a due anni per le prestazioni urgenti ed a tre anni per quelle non urgenti. Il sindacato ha avviato una serie di richieste di competenza delle Asl per fronteggiare questa situazione e mettere in atto i cosiddetti aumenti previsti dalla Regione
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