Tra le cause che spiegano questa situazione ci sono l’aumento delle bollette di oltre il 120% e quello delle materie prime che supera il 70%. Il timore, per il 2023, è anche quello che possa scarseggiare la produzione di grani di caffè, da cui potrebbe scaturire una spirale di nuovi rialzi
“Tra le voci più rilevanti che abbiamo registrato che hanno pesato sull’aumento della tazzina” ha detto Luciano Sbraga, vicedirettore di Fipe, “c’è sicuramente il costo dell’energia elettrica dei locali. Quest’anno la bolletta energetica di un piccolo bar è passata da 5.500 euro a 12.000 euro all’anno: in generale gli aumenti si aggirano attorno al 120%”, ha spiegato. Ma influiscono anche “il costo del lavoro e i canoni di locazione”
Da Nord a Sud del nostro Paese, è ormai un dato di fatto, una tazzina di caffè costa sempre di più. Ad esempio, i bar di Bologna hanno alzato i prezzi del 3,6%, quelli di Cagliari del 3,8% mentre a Milano e Roma i rincari sono stati rispettivamente del 4,8 e del 5,3%. La città dove i prezzi risultano più in rialzo è Venezia (+10%)
A pesare particolarmente è anche l’aumento del prezzo delle materie prime, cresciuto tra il 2021 e il 2022 del 72,4%. Tra la primavera e il novembre dello scorso anno, la qualità arabica, la più nota, è passata da 2.765 a 4.587 dollari a tonnellata. Attualmente siamo attorno ai 4.768 dollari con la tendenza ad aumentare
Non va dimenticato, in questa dinamica, il ruolo giocato dai drastici cambiamenti climatici degli ultimi anni. Il Brasile durante il 2021 è stato colpito da un’anomala ondata di maltempo, che ha portato le temperature a scendere sotto lo zero rovinando intere piantagioni di caffè. Calamità naturali che hanno messo il più grande produttore mondiale di arabica e non solo in grave difficoltà
E tale scenario può innescare nuovi rialzi, con torrefattori e grossisti impossibilitati a fornire le quantità di caffè necessarie per soddisfare le richieste dei commercianti
Sebbene, dunque, la situazione sul fronte costi delle materie prime e dell’energia sia preoccupante, l’aumento medio del prezzo del caffè nei bar, che nel 2022 è tra il 5 e il 6%, corre al di sotto della crescita dell’inflazione su base annua, che a luglio ha registrato un +7,9%
Secondo Sbraga “non ci dobbiamo stupire se il costo del caffè e di altre cose aumenta nei bar: ci dobbiamo stupire per il fatto che il suo aumento sia al di sotto della media generale dei prezzi”. E pur non escludendolo, secondo il vicedirettore di Fipe, sarebbe improbabile che il costo del caffè superi la quota di 1,50 euro a tazzina, entro la fine dell’anno
“A meno che non ci siano ulteriori shock economici esterni, come un’interruzione delle forniture di gas e un conseguente aumento ingovernabile del suo costo, escludo che ci possa essere una spinta così rilevante da portare ulteriori rialzi al prezzo del caffè entro la fine di quest’anno”, ha sottolineato