L’Associazione presenterà quindi una diffida alla Lega Calcio, affinché la quota di partite serali sia ridotta per venire incontro alle comuni necessità di risparmio energetico. Si tratta infatti di eventi che, con buona pace degli addetti ai lavori che temono un poco di caldo in più, non perderebbero in nulla dal punto di vista della godibilità anche se svolti al pomeriggio; in compenso invece, si otterrebbero sensibili risparmi dal punto di vista del consumo energetico, fornendo anche – elemento questo niente affatto trascurabile, nel momento attuale – una testimonianza di partecipazione alle difficoltà e ai limiti che la comunità si trova a fronteggiare.
Secondo i dati Selectra UK, uno stadio con una capienza di 40.000-80.000 spettatori – durante una partita di 90 minuti – consuma fino a 25.000 KWh. L’energia utilizzata durante un solo incontro potrebbe alimentare più di una dozzina di case, per un anno intero. Senza dimenticare che il consumo energetico degli stadi varia a seconda della stagione, e proprio per questo il risparmio d’inverno è garantito: tra sistemi di riscaldamento e raffreddamento, luci, proiettori, tabelloni, schermi pubblicitari (senza parlare di cucine e i servizi di catering), si calcola che i principali stadi potrebbero alimentare in media una piccola città, dal calcio d’inizio fino al fischio finale.
Per questo la ministra dello Sport francese, Amélie Oudéa-Castéra, sta pensando di evitare l’organizzazione di eventi sportivi invernali in notturna. E per questo sarebbe il caso in Italia di aprire finalmente un dibattito sul contributo dello sport professionistico, una macchina commerciale immensa, agli sforzi comuni richiesti dallo scenario globale. Il Codacons intanto fornisce il suo contributo, pratico e concreto, affinché questo accada.