Il perseverare della crisi in Ucraina e il conseguente innalzamento dei prezzi per le fonti energetiche continuano a tenere banco tra i temi più stringenti, dando non pochi grattacapi all’intero settore economico europeo. Inflazione sempre più alta derivante dai costi dell’energia che salgono, nessuna alternativa alle forniture che l’Europa avrebbe dovuto garantire per tempo e i prezzi delle materie prime crollano sono l’anticamera ad una recessione annunciata alla quale non si sta riuscendo a porre un freno.
In questo contesto, che non lascia presagire nulla di buono, è Domenico De Rosa, Ceo del Gruppo SMET a rilanciare l’allarme, cercando di spronare la politica, nazionale ed europea, a trovare velocemente soluzioni che non creino un nuovo blocco dei mercati e uno stop alle attività produttive in una fase in cui si stava lavorando per riavvicinarsi, a piccoli passi, ad una ritrovata seppur diversa normalità a seguito dell’emergenza Covid. Senza fonti d’energia il trasporto si blocca, e così l’intero settore economico. Per il Ceo di Smet è tempo di correre ai ripari.
“L’Europa paga la più catastrofica politica energetica continentale della storia dell’umanità ed a pagarne le conseguenze sono le imprese ed i cittadini – tuona De Rosa – Con gli slogan si sono approcciate e perseguite politiche ideologizzate e senza nessun dato numerico a loro sostegno soprattutto in termini di tenuta complessiva del sistema energetico europeo e dei singoli Stati membri che si sarebbe andato a delineare. Oggi, di fronte ad una condizione emergenziale, tutte le scelte che verranno prese saranno dettate più dalla necessità che dalla reale opportunità e dalla corretta visione”.
De Rosa continua nel suo allarme fornendo diversi dati che riescono meglio a delineare il quadro in cui l’attuale situazione economica versa e verso la quale si proietta. “La fotografia del momento storico che sta attraversando l’economia globale – continua il Ceo di SMET – e che meriterebbe molta più attenzione da parte dei candidati che si stanno confrontando per arrivare alla guida del nostro Paese alla vigilia del record negativo di debito pubblico raggiunto a giugno vede +11,2 miliardi rispetto al mese precedente e pari a 2.766 miliardi. A questo va aggiunto il dato monster dell’inflazione che, come avevamo previsto, è arrivato al 9,8% e il record del prezzo del gas a 262 euro a MW, figlio della speculazione incontrollata”.
L’appello finale di De Rosa va al Governo affinché effettui un deciso cambio di rotta scongiurando un futuro ricco di insidie per imprese e cittadini. “Confidiamo che il Governo porti a compimento le attività già intraprese e che il nuovo che verrà sappia riprendere in mano il tema energetico con la serietà necessaria prima di arrivare al contingentamento temuto per l’autunno che sarebbe del tutto catastrofico per il tessuto industriale, economico e sociale del nostro Paese”.
Armando l’Ucraina, l’euro zona ed i suoi banchieri nonché lacchè della nato, si è schierata apertamente contro la Russia e praticamente in guerra contro di essa.
Anziché mediare fra i due contendenti
per raggiungere una condizione di pace.
Alle minacce e le offese rivolte a Putin
questi ha risposto come risponde un uomo d’affari, cioè con le armi della economia di guerra.
De rosa è solo il primo ad alzare la voce contro l’euro zona, dopo verranno altri imprenditori e poi la gente comune incazzata contro chi sosteneva che l’euro sarebbe stata la garanzia per la pace, contro l’inflazione e tante palle al seguito.