Gli habitué sono una decina di ragazzi: arrivano tutte le sere, in sella ai loro scooter. Giocano a carte, fino a tardi. Oppure a calcio, se hanno voglia di sgranchirsi un po’ le gambe. Se piove, sono organizzati con un ombrellone. Il risultato è una compagnia forzata per i residenti che, stando con le finestre aperte per il caldo, sono costretti a sentire urla e frasi di ogni sorta.
Invitati ad abbassare la voce o ad allontanarsi, hanno risposto in malo modo.
Difficile contemperare la necessità dei giovani di stare assieme con quella di chi l’indomani si alza presto per andare a lavorare e ha bisogno di dormire.