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Contro caro bollette al vaglio l’ipotesi di separare i prezzi gas-energia

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Disaccoppiare il prezzo dell’energia elettrica da quello del gas, per non far ricadere l’impennata del costo al Ttf di Amsterdam anche sulla produzione con fonti rinnovabili, come invece accade ora. È questa l’ipotesi su cui gli esperti del mercato dell’energia stanno discutendo. Del resto, nei mesi scorsi, hanno accennato a più riprese a questa soluzione sia la presidente della Commissione Ue Ursula Von der Leyen sia il presidente del Consiglio Mario Draghi

E ora in Germania anche il governo di Olaf Scholz starebbe valutando, nel medio termine, di disaccoppiare il prezzo del gas e dell’elettricità per evitare che si contagino a vicenda in caso di rimbalzo dei costi e nel quadro di una riforma del mercato energetico. La proposta farebbe parte di un piano al vaglio del ministero dell’Energia, guidato dal verde Robert Habeck

Oggi il prezzo del gas viene determinato al Ttf, il mercato di riferimento per l’Europa. Il costo per megawattora nell’ultimo anno è lievitato: prima con la ripresa economica dopo la fase più dura della pandemia di Covid, ma soprattutto con l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. In settimana il prezzo è arrivato anche a 239 euro per MWh, un anno fa era poco sopra i 25. Al Ttf i fornitori acquistano la materia prima, cioè il gas naturale, che rivenderanno al consumatore finale

Il fornitore di gas definisce la propria offerta da sottoporre al consumatore finale sulla base dei prezzi negoziati su questi mercati. Una delle ipotesi di cui si sta discutendo in Europa è quella di consentire ad ogni tipo di fornitore di presentare un proprio prezzo, che sia maggiormente commisurato alle reali spese per la produzione. Eolico, fotovoltaico ed idroelettrico, infatti, non hanno i costi dei combustibili fossili mentre quelli di produzione sono sensibilmente più sostenuti

Solare ed eolico potrebbero essere, secondo alcuni analisti, le tecnologie più mature per entrare in un mercato più libero. “È giunta l’ora di scollegare il prezzo del gas da quello dell’elettricità”, ha sostenuto la Von der Leyen a fine marzo, un mese dopo l’avvio dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Mentre in settimana Draghi, al Meeting di Rimini, ha spiegato: “Questo legame che c’è tra il costo dell’energia elettrica prodotta con le rinnovabili, e quindi acqua, sole, vento, e il prezzo massimo del gas ogni giorno è un legame che non ha più senso”

Poi ha aggiunto: “I produttori di energia rinnovabile in un mondo dominato dalla produzione di gas potevano aver bisogno di essere sussidiati e lo sono stati, e lo sono molto anche oggi. Ma non ha più senso che il prezzo dell’energia elettrica sia legato a quello massimo del gas”. Intanto, come scrive Repubblica, servono almeno 10-15 miliardi se si vuole intervenire in maniera efficace. Proprio su indicazione del premier Draghi, si starebbe lavorando in queste ore per preparare un nuovo intervento d’emergenza per tamponare la crisi, ma servono risorse ingenti

Il Corriere spiega poi che non ci sarà nessun ricorso a un aumento del deficit. Spiegano a Palazzo Chigi: “Prima occorre trovare le risorse”. E per le imprese che consumano più energia elettrica e gas è allo studio proprio un meccanismo per cedere a prezzi calmierati l’energia prodotta da fonti rinnovabili e il gas estratto in Italia. I tecnici però osservano: servirebbe una copertura finanziaria perché, per le regole europee, il prezzo è agganciato al gas, le cui quotazioni sono alle stelle

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